Museo civico e Parco archeologico di Travo
Travocial,
2013-02-12 11:05:51
2013-02-12 11:05:51
Ospitato nel castello Anguissola, il Museo Archeologico di Travo nasce nel 1997 dalla volontà di illustrare la storia del popolamento antico del territorio. Accompagnati da un esauriente apparato didattico-informativo e da un consistente apparato fotografico, i manufatti esposti illustrano aspetti della vita quotidiana dei primi abitanti della Val Trebbia, dal Paleolitico all'Età Romana. Tali reperti provengono principalmente dall'attività del Gruppo di Ricerca Culturale “La Minerva”, le cui ricognizioni effettuate nella media Val Trebbia nel corso degli ultimi 15-20 anni, hanno portato all'individuazione di 175 siti archeologici, 64 dei quali preistorici o protostorici, 90 romani e 21 medievali o moderni. In alcuni siti neolitici e dell’età del Bronzo sono stati effettuati scavi archeologici, grazie ai quali si dispone di nuovo materiale e significative conoscenze. Tra questi, la più importante scoperta è stata il rinvenimento del villaggio neolitico in località S. Andrea dove è stato realizzato il Parco Archeologico, che costituisce parte integrante del Museo, in cui si possono osservare le antiche strutture portate alla luce dagli scavi.Nella suggestiva cornice del castello Anguissola di Travo sono conservate ed esposte le testimonianze dei primi insediamenti umani in Val Trebbia, raccolte in diverse zone della valle, da Coli a Rivergaro, a Travo e a Croara. Le più antiche frequentazioni di questo territorio si datano fra la fine del Paleolitico antico e l'inizio del medio (100.000 anni fa circa) e sono costituite da una serie di strumenti su scheggia, spesso di tecnica "levalloisiana". Resti di accampamenti estivi di caccia, che sembrano essere stati frequentati nel Mesolitico recente o Castelnoviano (attorno al VI millennio a.C), hanno restituito tipici strumenti quali trapezi, punte di freccia e grattatoi. Di notevole interesse sono i reperti databili al Neolitico recente (fine IV millennio a.C.), alcuni dei quali tipici della cultura “dei Vasi a Bocca Quadrata”, rinvenuti in località S. Andrea dove è stato scoperto uno dei più importanti insediamenti dell'Italia settentrionale e in cui è stato istituito, a sua tutela e valorizzazione, il Parco Archeologico. Nel museo sono inoltre raccolte testimonianze che risalgono alle età del Rame, del Bronzo e del Ferro, prove di insediamenti liguri, celtici ed anche di contatti con gli etruschi. Per quel che riguarda l'età Romana, significative sono le testimonianze epigrafiche che documentano il culto di Minerva in Val Trebbia, anche se il luogo preciso in cui sorgeva il santuario dedicato a questa divinità è tutt’oggi sconosciuto. Parte integrante del Museo è il Parco Archeologico del villaggio neolitico di S. Andrea, esteso circa un ettaro. La sua caratteristica principale è la conservazione in vista di parte delle strutture preistoriche messe in luce nel corso delle campagne di scavo svoltesi in quest'area dal 1995 sino ad oggi. Questo villaggio neolitico infatti presenta una fitta rete di strutture abitative e funzionali ben conservate, parte delle quali ora mantenute a vista. Il percorso di visita è corredato da una serie di pannelli relativi alla storia del sito, alle strutture abitative e funzionali, ad approfondimenti sul neolitico italiano e locale. Dal 2010 sono visibili anche le ricostruzioni di alcuni edifici neolitici in scala reale.