Palazzo Rocca Costaguta
Travocial,
2016-04-01 09:57:27
2016-04-01 09:57:27
Aperto al pubblico dal 1987. palazzo Rocca Costaguta si configura subito come pinacoteca, secondo la volont? di Giuseppe Rocca a cui si deve, sulla scorta delle trasformazioni gi? operate dai Grimaldi, l'attuale aspetto di dimora borghese.
Oggi il percorso si pu? leggere seguendo una triplice matrice: il museo della citt?; il museo dell'abitare e, appunto, la pinacoteca.
Quest'ultima presenta una scelta di dipinti riferibili principalmente al Seicento genovese e fiammingo come le "Tre Parche" di bernardo Strozzi, "San Matteo e l'angelo" di Valerio Castello, "Giacobbe e Labano" di Bartolomeo Boscaino e il "paesaggio con la nascita di Adone" attribuito a Frederick Ven Valckenborch.
Cos? come l'architettura, anche i suoi arredi, pi? che incarnare un particolare gusto collezionistico, risentono della stratificazione di quattro secoli di storia, dunque sono un concentrato di stili diversi, nonch? la somma delle novit? tecnologiche che hanno caratterizzato la vita quotidiana in un ampio arco di tempo. Ecco perch? "museo dellabitare". Le tipiche cusine in muratura poste al primo piano ammezzato sono un felice esempio di questa convivenza.
Negli ultimi decenni, come s'? detto, il palazzo ? divenuto propriet? dell'amministrazione comunale, ovvero "museo della citta": perch? ospita al primo piano il Museo Archeologico con una raccolta di reperti provenienti dagli scavi della necropoli romana di Chiavari e perch? ? diventato il contenitore ideale di altri significativi manufatti, qui depositati a seguito di soppressioni come, per esempio, il portale cinquecentesco in ardesia proveniente da via Rivarola; "museo della citt?", infine, perch? ospita al primo piano, la prestigiosa quadreria "P: Torriglia", proveniente dall'omonimo palazzo. Dovuta al mecenatismo di due importanti casate patrizie genovesi, i Torriglia e gli Invrea, la raccolta si sompone, per la parte custodita a Palazzo Rocca, di quarantacinque dipinti e una scultura. Autentici capolavori come "Il sacrificio di No?" firmato e datato da Gio Benedetto Castiglione detto il Grechetto (1653) e la "Natura morta con cane e selvaggina" di Jan Roos (1630 circa). Si segnalano inoltre le due allegorie dovute a Domenico Piola e Stefano Camogli e le tele di Orazio De Ferrari ("Cristo portacroce", "Ecce Homo"). E' inoltre esposta la galleria di ritratti dovuta ad alcuni dei protagonisti della pittura genovese, Anton Maria Vassallo e Cesare Corte fra gli altri. La raccolta "P. Torriglia", in attesa di essere definitivamente aperta al pubblico, ? attualmente a disposizione delle scuole, della cittadinanza e degli studiosi, previo appuntamento con la direzione del museo.