Villetta di Negro
Travocial,
2016-04-05 13:53:36
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Nel 1948 il Comune di Genova delibera la costruzione dell?edificio da destinare al museo Chiossone sul sito della villa del marchese Di Negro edificata nel 1802 su disegni di Barabino e distrutta dai bombardamenti della II? Guerra Mondiale.
La realizzazione del nuovo manufatto, un progetto razionalista dell'arch. M. Lab? fortemente ispirato ai canoni dell'architettura tradizionale giapponese, ha inizio nel 1953 ma subisce innumerevoli rallentamenti dovuti anche alla scomparsa del progettista nel `61.
Soltanto nell'aprile 1967 il Comune conferisce l?incarico di allestire gli spazi espositivi all'ing. Grossi Bianchi in collaborazione con l'allora direttore dell'Ufficio Belle Arti, Caterina Marcenaro.
L'edificio, riaperto al pubblico nel 1971 ospita lo straordinario patrimonio di arte giapponese ed orientale raccolto a fine `800 da Edoardo Chiossone in Giappone: grandi sculture, smalti, ceramiche, lacche, porcellane, armi e armature, stampe policrome, strumenti musicali, maschere teatrali, costumi e tessuti, bronzi ed opere pittoriche di diverse epoche.
Anche la precedente dimora ottocentesca, peraltro, era caratterizzata da un'alta concentrazione di opere d'arte e antichit? che Di Negro collezionava in qualit? di letterato e mecenate del tempo, diventando fulcro di frequenti trattenimenti culturali ai quali partecipavano intellettuali ed artisti italiani e stranieri. Alla sua morte, l'intero complesso fu venduto al Comune che decideva di destinarlo a sede di diversi istituti museali.