Museo brembano di Scienze Naturali
Travocial,
2014-02-14 10:10:31
2014-02-14 10:10:31
Il Museo di San Pellegrino Terme custodisce una preziosa collezione di reperti fossili del Periodo Triassico (da 250 milioni di anni fa), tutti rinvenuti in scavi eseguiti in Valle Brembana, e donati al Comune di San Pellegrino Terme da alcuni studiosi del territorio Brembano. Si tratta di esemplari unici al mondo ed di alto valore scientifico, che documentano le origini geologiche del territorio Brembano e la vita che ospitava in ere passate. Oltre al reparto paleontologico, nel Museo si puo'ammirare una interessantissima collezione di farfalle della Val Brembana e una esposizione permanente di pannelli con documentazione fotografica della Flora Alpina Bergamasca. Il visitatore e' guidato alla visita da una serie di pannelli didattici illustrativi, che lo introducono alla conoscenza del mondo dei fossili e delle ricchezze naturalistiche della Valle Brembana.L'interesse per i fossili in Valle Brembana vanta una lunga tradizione, basti pensare che gia' nel secolo scorso erano noti i cospicui giacimenti anisici di Lenna, ladinici di Scalvino e carnici a Dossena che attirarono l'attenzione dell'abete scienziato Antonio Stoppani, per non parlare del naturalista sanpellegrinese don Enrico Caffi, il primo che abbia rinvenuto in valle un esemplare di pesce fossile, reperito nel 1902 nel territorio di San Pellegrino Terme.La Sezione paleontologica - Museo di Scienza Naturali di San Pellegrino Terme Un piccolo folidoforo, lungo appena cinque centimetri, chiamato, in suo onore, Parapholidophorus caffii, oggi conservato nel Museo di Bergamo. Sull'onda di questa tradizione numerosi sono stati in anni recenti gli appassionati della valle che si sono dedicati alla ricerca dei fossili. I circa 1500 pezzi catalogati e raccolti in una decina di vetrine documentano in modo completo la nascita della Val Brembana e si riferiscono al territorio compreso tra i Ponti di Sedrina e l'estremo limite delle Orobie. Questo territorio, emerso dai fondali marini nel corso dell'orogenesi alpina, si era formato geologicamente per sedimentazione tra la fine dell'era Paleozoica e l'inizio della Mesozoica, i reperti paleontologici risalgono infatti a quell'epoca e, per la precisione, vanno dalla fine del periodo Permiano alla fine del Triassico, cioe' da 235 a 195 milioni di anni fa.Ben piu' ricco di reperti e' il Triassico, a cui risale la formazione del resto della valle e che e' nettamente distinguibile nelle sei eta' che lo compongono, vale a dire: Scitico, Anisico, Ladinico, Carnico, Norico e Retico.La sezione entomologica - Museo di Scienza Naturali di San Pellegrino Terme Assai interessante e' anche la sezione entomologica che costituisce la piu' completa documentazione esistente sui Lepidotteri dell'ambiente brembano. La collezione donata da Attilio Torriani non comprende certamente tutte le farfalle che vivono sul territorio vallare, infatti ogni anno ne vengono catturate nuove specie, ma il suo valore scientifico e documentario e' notevole e puo' essere considerata gia' di per se' ampiamente illustrativa: il numero delle specie esposte e' superiore a 700, ma la ricerca continua al fine di rendere la sezione ancora piu' completa.A queste due sezioni si e' aggiunta una ricca e completa documentazione fotografica delle fasce vegetazionali della Val Brembana, corredata da esaurienti didascalie e bellissime immagini dei principali endemismi floristici della valle, curata dal FAB ( Gruppo Flora Alpina Bergamasca). Sul territorio brembano sono infatti presenti alcune specie escusive della provincia di Bergamo, uniche al mondo, quali: Linaria tonzigii, Primula albensis, Saxifraga presolanenius, Sanguisorba dodecandra, Gallium montis-arerae, Viola comollia.