Museo diocesano di Fermo
Travocial,
2014-11-21 14:19:58
2014-11-21 14:19:58
Ospitato nei locali dell’oratorio della estinta confraternita del Suffragio, a fianco della Cattedrale Metropolitana, il Museo Diocesano di Fermo costituisce un’importante testimonianza delle espressioni artistiche della vasta comunità dell’Arcidiocesi di Fermo dal periodo paleocristiano fino al 1900, ripercorrendo attraverso le collezioni esposte le diverse fasi costruttive della cattedrale, la presenza di insigni vescovi, i rapporti con il papato, la liturgia e la devozione.Il museo, allestito nel 2004 secondo un progetto che raccoglie per sale tipologie di materiali omogenei esposti per epoche e stili, conserva dipinti, suppellettili, argenterie e paramenti sacri provenienti dal Tesoro della cattedrale, dall'Episcopio, dalle chiese di Fermo e dall’Arcidiocesi.Nella prima grande sala all’ingresso sono raccolte le collezioni un tempo custodite nel Tesoro della cattedrale, come il celeberrimo Messale de Firmonibus, miniato nel 1436 da Giovanni di Ugolino da Milano, un messale miniato del XIII secolo, la stauroteca di Papa Pio III, il pastorale donato da Papa Sisto V, ed il monumentale ciborio in bronzo dei fratelli Lombardi-Solari del XVI secolo.La Sala dell’Argenteria espone calici, ostensori, pissidi, reliquiari, suppellettili sacre di splendida fattura, tra cui due calici gotici, il servizio pontificale del Cardinale Brancadoro del celebre orafo Gian Luigi Valadier e numerosi lavori di argentieri e orafi romani e locali.Nelle Sale dei paramenti sacri sono esposti paramenti dal Seicento agli inizi del Novecento, con collocazione particolare riservata alla Casula di San Tommaso Becket, frutto dell’arte tessile di origine araba e datata al 1116, donata alla chiesa fermana dalla madre del Santo in ricordo dell’amicizia tra San Tommaso ed il vescovo fermano Presbitero.La Quadreria è ospitata in due sale e raccoglie opere di celebri artisti come Vittore Crivelli, Marino Angeli, Carlo Maratta, Pomarancio, Corrado Giacquinto, Francesco Hayez e Luigi Fontana.