Biblioteca Riccardiana
Travocial,
2016-05-20 10:57:02
2016-05-20 10:57:02
La Biblioteca Riccardiana di Firenze è una biblioteca pubblica statale che dipende dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. Dette origine e impulso alla collezione Riccardo Romolo Riccardi nel XVI secolo ma la famiglia conobbe il suo momento di maggior prestigio quando nel 1659 poté acquistare dai Medici il Palazzo di Via Larga, dove, a seguito di opportuni restauri e ampliamenti, trovò splendida sede la raccolta sia libraria che artistica. Il salone delle feste, celebre per gli affreschi di Luca Giordano, costituiva il vestibolo della Sala della biblioteca, dove il pittore decorò la volta all'interno di un programma iconografico celebrativo di straordinaria unitarietà. Ancora oggi si ammirano i magnifici scaffali intagliati e dorati così che la Riccardiana è in grado di evocare l'idea tangibile di una biblioteca patrizia della fine del XVII secolo mantenuta perfettamente intatta. Fu Francesco Riccardi, negli ultimi decenni del Seicento, colui che accrebbe il nucleo originario. La moglie, Cassandra, figlia dell'erudito Vincenzio Capponi, vicino all'ambiente di Galileo, ereditò dal padre la biblioteca ricca di testi scientifici e filosofici che confluì così nella Riccardiana. Nel 1794 Gabriello Riccardi acquistò la biblioteca di famiglia, con i suoi 1480 codici, e la unì alla sua privata ricca di 1500 manoscritti, utilizzando le nuove librerie fatte costruire nel 1786. Facevano parte della sua raccolta un prestigioso nucleo di codici liturgici, oltre alle carte di personaggi a lui vicini come Giovanni Lami, Lorenzo Mehus e Giuseppe Averani. Alla fine del Settecento i dissesti finanziari della famiglia Riccardi coinvolsero anche la biblioteca che venne messa all'asta. La raccolta corse il pericolo di esser allontanata da Firenze, ma il Comune l'acquistò nel 1813 e la cedette due anni dopo allo Stato; è da quel momento che la Riccardiana diventa pubblica, anche se era stata aperta agli studiosi già ai tempi dei Riccardi. Particolarmente prezioso il patrimonio manoscritto che vanta, oltre ad autografi di Petrarca, Boccaccio, Savonarola e dei più grandi umanisti, splendidi codici miniati, magnifiche legature nonché nuclei importanti di biblioteche patrizie e umanistiche, carteggi di personaggi illustri, rare testimonianze nell'ambito del teatro, della farmacopea, dei viaggi, della storia e letteratura, toscana e fiorentina in particolare.