Biblioteca universitaria di Pisa
Travocial,
2015-12-22 13:15:44
2015-12-22 13:15:44
Accesso alla Biblioteca
Possono accedere alla biblioteca tutte le persone di età
superiore ai quattordici anni; i ragazzi di età inferiore devono essere
accompagnati. Si forniscono in lettura volumi monografici,
periodici, quotidiani, microfilms. Il materiale bibliografico richiesto
può essere tenuto in deposito per una settimana. Le richieste possono
essere presentate fino alle 18.30 dal lunedì al venerdì e fino alle
13.00 del sabato. Per i fondi conservati presso magazzini esterni le
richieste vanno inoltrate il giorno precedente. Sono consultabili a
scaffale aperto parte dei periodici ed i volumi relativi al settore di
bibliografia e biblioteconomia. La richiesta e la consultazione di opere rare e di pregio edite fino al 1830 avviene nella Sala Riservata della Biblioteca. La Direzione gradisce la segnalazione di eventuali danni riscontrati nelle opere date in lettura.Per ulteriori informazioni si veda il Regolamento Interno della Biblioteca Universitaria
Storia
La Biblioteca Universitaria di Pisa fu aperta al pubblico
nel 1742 nei locali situati sotto la Specola astronomica in via Santa
Maria, attualmente sede della Domus Galilaeana. Sin dal 1823 ha sede nel
palazzo quattrocentesco della Sapienza di cui occupa le ali poste a
nord-ovest del piano nobile, dove sono situati i locali destinati
all'utenza, le sale di consultazione e gli uffici, e le ali a sud-ovest
del secondo piano, adibite a magazzini librari.I locali della
Biblioteca rinnovati e modernizzati non sono particolarmente
significativi dal punto di vista artistico ed architettonico, tranne le
due sale storiche, Sala Lettura e Sala Riservata, che mantengono
scaffalature lignee.Il primo nucleo librario fu costituito dalla
biblioteca privata del Prof. Giuseppe Averani (1662-1738) ricevuto per
disposizione testamentaria. Il nucleo originario fu accresciuto,
negli anni successivi, con lasciti, doni di privati e con lo
smembramento delle biblioteche delle Corporazioni religiose soppresse. Risale
al 1757 l’acquisto di circa seimila volumi appartenuti all’erudito
fiorentino Anton Francesco Gori di interesse archeologico e antiquario.
Nel 1771 furono poi assegnate alla Biblioteca per volontà del Granduca
numerose opere della Biblioteca Medicea-Palatina-Lotaringia. Con
l’abolizione del Monastero dei Camaldolesi di San Michele in Borgo i
manoscritti del padre Guido Grandi ne arricchirono il patrimonio.
Ulteriore acquisizione settecentesca fu il piccolo ma prezioso fondo
dell’Orto Botanico. Ottocenteschi sono i fondi importanti e
pregevoli tra i quali ricordiamo i manoscritti dell'egittologo Ippolito
Rosellini (direttore della biblioteca dal 1835 al 1843), i numerosi
volumi acquisiti per disposizione testamentaria del Provveditore
dell’Università Angelo Fabroni, il fondo costituito a proprie spese da
Giuseppe Piazzini dal 1820 al 1832, periodo in cui tenne la direzione
della biblioteca, la raccolta filologica di Michele Ferrucci (direttore
della biblioteca dal 1848 al 1881), le più recenti biblioteche
scientifiche di Filippo Corridi e Sebastiano Timpanaro, le collezioni
mediche di Diomede Buonamici e Antonio Feroci e la raccolta
storico-letteraria del Prof. Alessandro D'Ancona.