Mostra Mario Cresci. Forse Fotografia. Attraverso
Travocial,
2016-02-25 13:38:27
2016-02-25 13:38:27
La mostra presenta oltre 100 immagini e per lo più lavori inediti. Nel suo lavoro Cresci porta un rigore e una curiosità sperimentale che si uniscono a una leggerezza ludica e dissacratoria, tipici dell'avanguardia italiana di fine anni '60 e '70, cui egli appartiene per generazione e poetica.Il progetto valorizza la straordinaria città dei Sassi, patrimonio mondiale dell’umanità dal 1993, dove Mario Cresci ha vissuto e lavorato per più di vent’anni, e documenta nel modo migliore la ricerca e la produzione di quell’importante periodo di permanenza a Matera, così determinante nell’ambito dell’intero percorso dell’artista. Mario Cresci è uno dei più rilevanti interpreti della ricerca fotografica in Italia degli ultimi quattro decenni del XX secolo e, contemporaneamente, una figura di punta dei nostri giorni. Nel progetto espositivo si mette a fuoco principalmente il lavoro incentrato sulla figura dell’uomo (da qui il titolo della mostra “Attraverso l’umano”) cominciato alla fine degli anni Sessanta nell’ambito di campagne di ricerca socio culturale nel meridione e soprattutto in Basilicata e sempre connotato da una forte componente grafica che deriva dalla formazione dell’artista (dalle tracce dell’aratro sulla terra, ai segni della sega nelle cave di tufo, al tutto pieno dei Sassi allora abbandonati). Proprio nella città dei Sassi Cresci ha condotto, nel corso dei successivi decenni e attraverso il suo particolare sguardo di attento conoscitore della realtà sociale e antropologica, un’approfondita ricerca fotografica sull’Umano e sul peculiare ambiente culturale della regione, usando l’obiettivo come mezzo per documentare le molteplici trasformazioni della società e, quindi, del paesaggio lucano. Un viaggio “dentro” il Sud, un viaggio intimo, quasi immobile all’interno di luoghi di fortissime persistenze e lentissime trasformazioni, fatto di innumerevoli particolari significanti da scoprire. Un viaggio che affonda dentro alle immagini, anche per cercarne le ‘corrispondenze’ (sia estetiche che sentimentali) e rivelare, da questa intimità svelata, quanto l’immagine emotivamente può invece nascondere.