Museo civico Andrea Tubino
Travocial,
2016-04-01 09:57:27
2016-04-01 09:57:27
Negli anni Settanta, il Museo nacque per opera del masonese Andrea Tubino, un tecnico dell'Italsider appassionato di antichit?à e storia locale. Un collezionista che raccoglieva scherzi di natura e utensili d'uso quotidiano, oggetti vecchi e antichi, strani e preziosi. Spesso, manufatti che, nel corso del tempo, erano dismessi dall'uso perch? ormai fuori moda.
L'eccezionalit?à dell'opera di Tubino ? da riconoscersi in due caratteri:
la grande quantità? di materiale raccolto (oltre quattromila pezzi) e la perseveranza in un'iniziativa che si volle aperta al pubblico quando ancora in fase di costituzione.
Negli anni, la collezione di Tubino ? divenuta il Museo dei Chiodi e, poi, il Museo dell'archeologia e del ferro. Successivamente, ampliandosi il campo degli interessi, il Museo degli usi e costumi della gente della valle Stura.
Nel 1993, a un anno dalla morte di Andrea Tubino, il Museo fu infine definitivamente intitolato al suo fondatore, ma i nomi avuti in passato sottolineano obiettivi e caratteri della collezione.
Il Museo ? ospitato nell'ex convento agostiniano di piazza Castello a Masone e le collezioni sono distribuite su pi? piani dell'ampio compleso.
Al piano terreno, lato piazza, trovano posto in sei distinte stanze, le collezioni etnografiche ed archeologiche, le statuine presepiali. Su questo piano vi sono anche la reception con piccolo book shop e i servizi.
Al primo piano ? esposta la collezione dei lumi, dal medioevo a oggi, e, oltre ad uffici e al magazzino reperti, vi ? una sala dedicata ad Andrea Tubino con oggetti donati dagli eredi, una sala dedicata a minerali e fossili, la cappella del convento con aredi originali, la biblioteca e l'archivio del Museo.
Al primo piano seminterrato, che si apre sull'ampio cortile lato valle, il corridoio centrale ? destinato a mostre temporanee e sui due lati si trovano la sala occupata dal presepe meccanizzato, la sala conferenze, l'aula didattica. Altri tre vani servono da magazzino e zona lavoro.
Al secondo piano seminterrato, pi? piccolo e che occupa le cantine del convento, ? presentata la ricostruzione con pezzi originali di una fucina da chiodaioli e si conservano i forni secenteschi del convento. Da questi vani ? possibile uscire direttamente nel cortile del convento.