Museo "Amedeo Bocchi"
Travocial,
2016-02-26 09:32:33
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Sito nel tardosettecentesco Palazzo Sanvitale, sede della Fondazione Monte di Parma, il museo trae origine dalla donazione delle opere di Amedeo Bocchi (1883-1976) da parte delle eredi Rina Cabassi e Emilia Bocchi, rispettivamente cognata e nipote dell’artista. Si compone di dipinti, acquarelli, pastelli, studi, disegni, bozzetti e sculture che permettono di ricostruire il percorso artistico di uno dei più grandi protagonisti del Novecento italiano. La visita si snoda attraverso cinque sale ove sono conservati tre cicli pittorici cari all'artista: i ritratti della figlia Bianca, gli studi e le prove d'affresco per la decorazione della sala consiliare della Cassa di Risparmio di Parma, nonché i paesaggi, i ritratti di famiglia e studi, disegni e bozzetti, in parte inediti, raccolti nell’ ultima sala che completa il museo monografico grazie all’ulteriore donazione delle eredi, avvenuta nel 2003.Amedeo Bocchi (1883-1976) ha vissuto tra la città emiliana e Roma, ma è rimasto fedele alle istanze internazionali recepite negli anni della sua formazione nella capitale, ossia a quella linea di confine tra simbolismo e secessionismo, non esente dalla ricezione del francese fauvisme post impressionista, variamente decifrato dagli artisti più aggiornati della regione come Garzia Fioresi e Carlo Corsi; e in seguito tali istanze stilistiche sono rimaste, in filigrana, nei successivi lavori suggestionati dal “ritorno all’ordine” della pittura di Novecento. La sua predilezione verso l’interpretazione di tematiche sociali e della figura umana, in particolare la femminile, fu costante nel corso del lungo percorso testimoniato dalle opere del Museo: Fior di loto, Bianca, La famiglia, Nudo femminile, Il tè, La trebbia ed Esodo dimostrano la sensibilità e la qualità di questo artista emiliano, nell’aggiornare la pittura del territorio nel delicato passaggio tra il XIX e il XX secolo. Negli ultimi anni, l’intensa attività espositiva del Museo è stata volta ad approfondire, attraverso un ricco calendario di mostre temporanee, la conoscenza di quegli autori e movimenti artistici che sono stati legati al tessuto della provincia parmense; inoltre è stata organizzata la mostra monografica del pittore bolognese Vasco Bendini, L’immagine accolta (2003). Nel 2004, con la collaborazione dell'Università di Parma e grazie al materiale prestato dallo C.S.A.C. - Centro Studi Archivio della Comunicazione – si sono poi succedute due esposizioni intitolate La parola all'immagine, riguardanti Illustrazione e satira a Parma tra le due guerre, con lavori di Giovannino Guareschi, Carlo Bisi, Erberto Carboni e di Cesare Gobbo. La seconda, era incentrata su Il segno satirico di Giovannino Guareschi. La stagione estiva 2005 si è svolta con l’esposizione Sotto il colore dei quadri, disegni del parmense Bocchi, che ha messo in luce la sua versatilità di disegnatore attraverso un iter cronologico snodato nelle cinque sale del Palazzo. Oltre all’attività espositiva, il Museo ha offerto altri eventi culturali come letture pubbliche di autori contemporanei: nel gennaio 2006, per accompagnare i testi dello scrittore Vittorio Sereni, l’astrattista Enrico Della Torre, amico e profondo conoscitore del poeta, ha realizzato quindici acquerelli, esposti per la prima volta nella Sala Polifunzionale di Palazzo Sanvitale. Ricordiamo anche, nello stesso anno, la mostra fotografica itinerante W Nairobi W di Francesco Fantini, fotogiornalista che ultimamente si è dedicato al reportage sociale. La città di Parma, nel 2007, ha poi dedicato al nativo Amedeo Bocchi una grande retrospettiva (La luce della bellezza e della ‘vita vera’; I bozzetti di Amedeo Bocchi per il Duomo di Messina) a cura di Luciano Caramel dislocata, oltre che nell’omonimo museo, anche in altre sedi cittadine (Palazzo Pigorini, Sala del Consiglio della Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza, Sala Bocchi della Galleria Nazionale di Parma). Due tele che erano esposte in mostra, Due vecchi e Studio per viaggio di un’anima, sono poi divenute parte integrante della collezione del Museo trovando una loro collocazione stabile all’interno del percorso espositivo, che conta anche su nuove acquisizioni.