Teatro Giuseppe Verdi di Fiorenzuola d'Arda
Travocial,
2016-03-01 09:19:22
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Tra le attuali via Alberoni e San Fiorenzo stava un tempo un'abbazia di proprietà del capitolo di Piacenza. Nel 1841 il Comune di Fiorenzuola d'Arda decise di ristrutturare il grande edificio per ospitare servizi destinati ai cittadini: quali un teatro pubblico, il mercato 'dei grani', le scuole maschili e femminili e una scuola di musica. All'architetto Giannantonio Perreau fu chiesto di presentare una relazione dei lavori. Il suo primo progetto, assai ambizioso, dimostra che Perreau era aggiornato sulla contemporanea trattatistica teatrale, sulle più moderne tecniche di scena e sulle più recenti teorie relative alla propagazione del suono.
Il consiglio però probabilmente sollevò dubbi sulla effettiva necessità di tale impresa, consigliando il riutilizzo, meno impegnativo, di spazi più consoni: "qualcuno propose di restaurare l'antico teatrino del palazzo Grossi [...] altri invece insisteva per farlo nel luogo ove risiede l'attuale Municipio." (Ottolenghi, p. 279 )Perreau presentò allora nel 1846 un secondo progetto assai più semplificato per ciò che riguardava sia il prospetto interno che quello esterno ma "a danno dell'estetica e dell'arte" (Ottolenghi, p.279). Il secondo progetto fu finalmente approvato con decreto di Maria Luigia nel 1847. Fu la Reale Accademia di Belle Arti di Parma che scelse invece il progetto decorativo del pittore Bertolotti che venne in seguito affiancato dagli scenografi Giacobelli e Gelati (Atti del Comune 1853). In teatro si conservano ancora i bozzetti firmati con le tinte originali oggi scomparse, del palco reale e del sipario, realizzato solo dopo due anni dall'apertura.
L'inaugurazione avvenne il giorno 8 ottobre 1853 con la rappresentazione dell'Attila di Giuseppe Verdi.
Il teatro "elegante, sonoro, capace di contenere un seicento persone" (Ottolenghi, p. 279), fu intitolato all'imperatore Carlo III ma con l'annessione di Fiorenzuola al Regno Sabaudo, fu cambiato nel 1859 semplicemente in Municipale. Dal 1901 si è voluto dedicarlo a Giuseppe Verdi.
Dall'atrio a pianta rettangolare si accede alla platea con pianta a ferro di cavallo e con tre ordini di palchi e un loggione. Il primo ordine è suddiviso in quattordici palchi mentre il secondo e il terzo in tredici palchi. Il teatro subì una pesante ristrutturazione nel 1914 che però preservò in parte l'originale tipologia ottocentesca anche se l'anno successivo furono completamente rifatte le decorazioni dal pittore Varoli che dipinse effigi di autori celebri e medaglioni con figure mitologiche nelle balconate dei palchi e nel soffitto della platea, datato 1915, le tre muse della musica, della poesia e della pittura. Nel 1923 ebbe un nuovo restauro diretto dall'ingegnere Frignani. Nel 1962 il teatro è stato chiuso per inagibilità, all'inizio degli anni Ottanta è stato effettuato un intervento di emergenza al tetto atto a scongiurare ulteriori danni. Alla fine degli anni Novanta è stato avviato un lungo e complesso intervento di recupero che, condotto per successivi stralci, ha consentito la riapertura definitiva del teatro nella primavera del 2006. Un parziale utilizzo della parte anteriore dell'edificio è stata possibile fin dal giugno 2002, quando l'Assessorato alla Cultura del Comune ha promosso un'intensa attività espositiva di opere d'arte contemporanea. L'iniziativa coglieva un duplice obiettivo, da un lato portava la cittadinanza a riappropriarsi di un luogo chiuso alla pubblica fruizione da lungo tempo, dall'altro avvicinava un pubblico assai eterogeneo al contemporaneo, proposto in forme e stili diversi.
(Caterina Spada / Lidia Bortolotti)