Biblioteca di storia moderna e contemporanea
Travocial,
2016-01-25 13:15:17
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Le origini della Biblioteca di storia moderna e contemporanea risalgono al giugno 1880, quando la Camera dei deputati approvò la proposta di Pasquale Villari di costituire una raccolta di libri, opuscoli e documenti relativi al Risorgimento italiano. Nacque così la Sezione Risorgimento della Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele II di Roma. Nel 1906 venne istituito il Comitato nazionale per la storia del Risorgimento con il compito di costituire una biblioteca e un museo del Risorgimento. Nel 1917 la Sezione Risorgimento prese il nome di Biblioteca centrale del Risorgimento, assumendo la fisionomia di biblioteca autonoma sotto un proprio conservatore. Il distacco definitivo dalla Biblioteca nazionale fu sancito nel 1921 con il trasferimento delle raccolte a Palazzetto Venezia; nel 1923 la denominazione veniva di nuovo mutata in Biblioteca museo archivio del Risorgimento e nel 1924 fu stabilito che ad essa fosse preposto un conservatore-consegnatario appartenente al ruolo dei bibliotecari e direttamente dipendente dal Ministero della pubblica istruzione.Negli anni 1937-1938 alcuni provvedimenti mutarono profondamente la fisionomia della Biblioteca, operando un radicale smembramento della raccolta risorgimentale: i materiali bibliografici restarono alla Biblioteca, mentre quelli museali e documentari furono consegnati all’Istituto storico per l'età del Risorgimento, con sede al Vittoriano, con l’importante eccezione degli autografi del fondo mazziniano. Con R.D. 22 novembre 1937, n. 2181, la Biblioteca assunse la denominazione attuale di Biblioteca di storia moderna e contemporanea e nel 1939, come ultimo atto di questa complessa vicenda, fu trasferita a Palazzo Mattei di Giove, dove tutt’oggi ha sede.Nel 1945 la Biblioteca venne posta alle dirette dipendenze del Ministero della Pubblica Istruzione, poi, dal 1975, del Ministero per i beni culturali e ambientali. La collezione rimase inizialmente legata al carattere originario di prevalenza di studi risorgimentali e solo a partire dagli anni sessanta il campo di interesse cominciò ad essere decisamente ampliato. Gli orientamenti attuali tendono a fornire strumenti di base per lo studio della storia d’Italia e degli altri paesi nei secoli XVI-XXI, con particolare riguardo all’Ottocento e al Novecento.