Grotte di Catullo e Museo archeologico di Sirmione
Travocial,
2016-04-04 08:37:37
2016-04-04 08:37:37
All'estremità della penisola di Sirmione, in un'eccezionale posizione panoramica, si conservano i resti della più grande e lussuosa residenza privata dell'Italia settentrionale. Dal Rinascimento le strutture sono state chiamate "Grotte di Catullo" ad indicare i vani crollati, coperti dalla vegetazione, entro i quali si poteva entrare come in cavità naturali. Il riferimento a Catullo deriva dai versi del poeta latino, morto nel 54 a.C., che canta Sirmione, gioiello tra tutte le isole e penisole dei mari e dei laghi. I primi scavi con finalità scientifiche del sitoi risalgono a metà Ottocento ma, solo dopo l'acquisizione pubblica dell'area fra il 1947 e il 1949, vennero eseguite ampie ricerche che portarono alla pubblicazione (1956) di una prima guida del complesso, correttamente interpretato come sontuosa villa. Le indagini più recenti hanno permesso di precisare la cronologia della villa, costruita in età augustea (ultimi decenni del I secolo a.C.- inizio I secolo d.C) ed abbandonata nel corso del III secolo d. C. confermando che la costruzione attualmente in luce fu realizzata con un progetto unitario che ne defini l'orientamento e la distribuzione spaziale, secondo precisi criteri di assialità e simmetria. Un sondaggio nel settore meridionale della villa ha infine accertato l'esistenza di alcuni vani pertinenti ad un edificio antecedente la grande villa, intenzionalmente abbandonato e demolito a livello delle fondazioni al momento della nuova costruzione. La villa che possiamo oggi visitare copre un'area complessiva di oltre due ettari; ha pianta di forma rettangolare (m 167 x 105) con due avancorpi sui lati brevi e si sviluppa su tre piani di cui l'inferiore realizzato attraverso importanti sbancamenti del sottosuolo roccioso e con possenti sostruzioni. Al piano superiore, residenziale e dotato anche di un settore termale, si aveva accesso dalla vera e propria entrata posta a sud, verso la terra ferma. Allo stesso livello lungo i lati lunghi si sviluppavano, affiancati, loggiati e terrazze scoperte fino al belvedere proteso sull’acqua. Il settore centrale della residenza era invece occupato da un grande spazio aperto rettangolare di ca. 4000 mq che si ritiene essere stato il vero e proprio giardino, circondato sui lati da un porticato e suddiviso internamente da vialetti ed aiuole con vegetazione rigogliosa e ben curata il cui aspetto possiamo ipotizzare grazie alle pitture parietali di complessi simili giunte fino a noi. Dopo l' abbandono dell’edificio nel III secolo d. C., nella seconda metà del IV-inizi del V il sito ormai in rovina accolse una necropoli; più tardi fu inserito nella cinta fortificata diventando parte della struttura difensiva che circondò la penisola. Lungo gli itinerari dell'area archeologica pannelli multilingue accompagnano il visitatore.