Area archeologica di Potentia
Travocial,
2016-02-29 16:14:49
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Nel 184 a.C., secondo Livio, nel fertile territorio solcato dal fiume Flosis, si insediò un nucleo di cittadini romani a cui furono assegnati campi da coltivare. Dopo un decennio, Q. Fulvio Flacco,appaltò a Potentia la costruzione della rete fognaria, dell’acquedotto e delle mura, su cui si aprivano tre porte; circondò il foro di portici e tabernae, e fece erigere il tempio di Giove. Era il 56 a.C. quando, come riferisce Cicerone in Senato, un devastante terremoto colpì la colonia, provocando immani distruzioni. Risorta dalle sue ceneri, Potentia ritrovò una nuova floridezza, documentata fino al V sec. d.C., quando divenne sede vescovile.
Oggi restano i ruderi di un edificio sacro, circondato da un portico aperto su uno dei decumani, a nord del quale si trovano ambienti da cui sono emersi numerosi segni del culto imperiale. Su questa struttura, in età augustea, si impiantò probabilmente il macellum, con cortile pavimentato a spina di pesce e pozzo centrale, circondato da botteghe aperte sul portico. Lungo il lato occidentale del tempio si allineano le botteghe di età repubblicana, più volte ristrutturate e rimaste in uso fino ad epoca tarda. Ad Est del tempio, su precedenti costruzioni destinate ad attività lavorative, sorgeva un imponente edificio con pavimenti a mosaico e affreschi (I –V sec. d.C.). Monumenti funerari a Nord e a Ovest della città documentano l’ascesa sociale di facoltose famiglie di mercanti, mentre la vasta necropoli settentrionale rivela una comunità intensamente dedita all’agricoltura.