Castello di Issogne
Travocial,
2014-07-14 11:34:54
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Già proprietà dei vescovi di Aosta, poi restaurato verso il 1400 da Ibleto di Challant, il castello di Issogne assunse l‘aspetto attuale tra il 1490 circa e il 1510 per opera di Giorgio di Challant, priore di S. Orso, che lo restaurò e lo trasformò in una sontuosa dimora per sua cugina Margherita de La Chambre e suo figlio Filiberto. Quei lavori trasformarono il castello di Issogne in una lussuosa residenza rinascimentale. Dopo vari passaggi di proprietà, nel 1872 fu acquistato dal pittore Vittorio Avondo che lo restaurò e lo donò allo Stato nel 1907. Oggi il castello appartiene all‘Amministrazione Regionale. A poca distanza dal castello, sono ancora visibili i ruderi della sua colombaia. Entrando nel palazzo si trova il cortile, sul quale si affacciano gli stemmi della famiglia Challant e delle famiglie con essa imparentate, e al centro del quale si trova la celebre fontana del melograno (simbolo della famiglia Challant) in ferro battuto. Si percorre poi l‘androne, decorato dalle famose lunette, affreschi che riproducono scene di vita quotidiana (il corpo di guardia, la bottega del beccaio e del fornaio, il mercato di frutta e verdura, il sarto, lo speziale e il pizzicagnolo). In seguito, si procede alla visita dell‘interno del castello: – al pianterreno, la sala da pranzo, la cucina, e la sala baronale, in cui si possono ammirare un bel camino in pietra recante sulla cappa lo stemma dei Challant affiancato da un leone e da un grifone, pitture sulle travi lignee del soffitto e affreschi sulle pareti raffiguranti paesaggi, scene di caccia e il Giudizio di Paride; – al primo piano, la cappella, dalle volte a ogiva finemente decorate, con affreschi alle pareti e con l‘altare gotico in legno intagliato e dorato adorno di un trittico fiammingo e la camera della Contessa, con l‘oratorio ornato di pitture; – al secondo piano, la stanza detta “del re di Francia”, con il soffitto a cassettoni decorato da gigli e un camino che reca sulla cappa lo scudo della dinastia francese dei Valois, e quella detta dei “Cavalieri di San Maurizio” con il bel soffitto a cassettoni su cui è dipinta la croce di quest‘ordine.