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Teatro Herberia

Travocial,  
2016-03-01 09:38:10
Fin dai primissimi anni del Settecento e per tutto il secolo successivo pare fosse attiva in questa località una filodrammatica, che agiva sia nelle residenze private che presso il Teatro Comunale, ove si alternavano anche compagnie di giro. "Sul finire del secolo XIX a Rubiera veniva risistemato il Teatro Comunale, sito nel fabbricato comunale antica Posta. Il teatro, collocato al primo piano (attuale ala nord di Palazzo Sacrati) era composto di platea, loggia e palcoscenico, e poteva contenere circa 120 persone nella platea e 70 nella loggia, con una capienza massima, quindi, di circa 200 persone". (cit. Messoni - Guerrieri, 1991, p. 15). L'ubicazione e la forma di questo teatro è ben visibile in una planimetria dell'attuale Residenza Municipale (Palazzo Sacrati) conservata presso l'archivio storico di Rubiera, disegnata tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento. Dopo la risistemazione della sala Teatrale, si costituì, nel 1882, la Società Filodrammatica di Rubiera che di lì a poco avrebbe messo in scena La dama e l'artista, commedia, e Un calcio di ignota provenienza, farsa, quindi si susseguirono numerose altre rappresentazioni per tutto il primo decennio del Novecento. In questo periodo cominciò a mutare progressivamente l'uso del luogo teatrale, destinato non più soltanto a spettacoli d'opera, di prosa e varietà ma anche a proiezioni cinematografiche, diventando, specie nei piccoli centri cinema-teatro, secondo una formula assai apprezzata e diffusa fino al 1930 e che in certi casi permane tuttora. Pertanto anche questo teatro cominciarono frequentemente ad alternarsi, alle consuete rappresentazioni, spettacoli cinematografici. Allo stesso tempo però, lo stesso teatro cominciò a perdere la sua funzione essenziale, di conseguenza anche le strutture sceniche vennero adeguate alle nuove esigenze, pertanto si resero necessarie alcune indispensabili modifiche. Ma la difficoltà ad adeguare la vecchia struttura alle nuove esigenze di spettacolo, specie in funzione delle norme di sicurezza, previste dal Regolamento sulla vigilanza dei teatri e luoghi destinati a pubblico spettacolo, che prescrivevano per esempio un sufficiente numero di uscite per un rapido deflusso del pubblico, scale in pietra, ed una cabina di proiezione ininfiammabile, decretarono la chiusura del Teatro Comunale nel 1913. Nello stesso anno fu costruito il Teatro Sociale o Cattolico ma sei anni dopo fu trasformato nel cinematografo Verdi. Nel 1925 si costituì una società, di cui faceva parte tra gli altri Umberto Tirelli, per la costruzione di un nuovo teatro. Poiché tale iniziativa era ritenuta di decoro al paese e rispondente ai bisogni della popolazione, la Giunta Municipale deliberò la vendita, alla suddetta Società, di un appezzamento del terreno a Nord del Forte, a condizione che l'edificio costruito fosse adibito in perpetuo a Teatro e che, in caso di vendita, il Comune venisse, prima di ogni altro, interpellato, avendo diritto di acquisto a prezzo di stima. Il nuovo Teatro, denominato Herberia, fu inaugurato il 14 gennaio 1926 con la rappresentazione dell'opera di G. Puccini Bohème. Progettato dall'ingegnere Antonio Panizzi e dall'architetto Italo Costa di Reggio Emilia, l'edificio ha caratteristiche tipologiche tardo-liberty. La facciata presenta al piano terra un corpo sporgente sormontato da una terrazza, con balaustra a colonnette, su cui si aprono tre finestre a bifora incorniciate da archi a tutto sesto, il frontone si chiude con una fascia di coronamento e fastigio a balaustra al centro. Internamente la sala presenta pianta rettangolare con palchi di proscenio, un'ampia balconata-galleria sorretta da colonnine in muratura con capitelli compositi, ed una seconda galleria al centro. Una ricca decorazione in stucco, costituita da ghirlande e festoni, caratterizza la parapettata della prima galleria e la fascia sovrastante. Il Teatro fu assai attivo fino agli anni '50, tra l'altro furono date numerose rappresentazioni da parte degli alunni delle scuole elementari (di cui si conserva documentazione fotografica presso la fototeca della B.C. di Rubiera), alcune delle quali riscossero grande successo. Successivamente fu adattato a cinematografo, pertanto furono apportate alcune modifiche interne, quali ad esempio: l'allargamento e l'arretramento del boccascena per fare spazio allo schermo, l'eliminazione della buca dell'orchestra, la costruzione sul terrazzo della cabina di proiezione e della scala di sicurezza, l'inserimento di una controsoffittatura. Il teatro, rimasto chiuso per molti anni, è stato acquisito dall'Amministrazione Comunale che a partire dal 1988 ha avviato tutte quelle azioni volte alla restituzione dell'edificio alle originarie funzioni. Il Teatro Herberia è stato riaperto nel 1998 con un formidabile happening di tre giorni, dal 18 al 20 dicembre. Si è trattato di un complesso intervento, condotto sotto la direzione dell'architetto Ada Defez (purtroppo prematuramente scomparsa), che da un lato si è preoccupato di conservare scrupolosamente le caratteristiche tipologiche tardo liberty del teatro, dall'altro ha avuto come principale obiettivo quello di introdurre una serie di accorgimenti tecnologici e funzionali d'avanguardia sulla base di specifiche indicazioni fornite da esperti e tecnici dello spettacolo dal vivo, al fine di rendere lo spazio scenico, la buca dell'orchestra e la stessa platea ampiamente flessibili e polifunzionali, in particolare verso il teatro contemporaneo. Un sofisticato sistema di piattaforme idrauliche consente di modificare opportunamente il palcoscenico - ricostruito nelle forme originarie con sottopalco e fossa per l'orchesta - trasformandolo in teatro laboratorio, con il piano di platea interamente dedicato alla scena, o ancora fargli assumere la pianta centrale. Il pubblico pertanto, a seconda della configurazione scenica adottata, può essere disposto in modi diversi, ovviamente a seconda dei casi varia la capienza della sala che nella sua massima estensione può accogliere 420 spettatori. (Lidia Bortolotti)





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