Teatro antico di Neapolis
Travocial,
2016-03-02 16:41:14
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Nella topografia di Neapolis il teatro insieme all’odeion occupa la parte settentrionale del Foro, a Nord del Tempio dei Dioscuri ora sormontato dalla chiesa di San Paolo Maggiore, nei moderni isolati compresi tra via Anticaglia, via San Paolo ai Tribunali e vico Giganti.
Se dell’odeion sono noti pochi resti, il teatro di età romana è meglio conosciuto, ricordato da antichi documenti scritti e probabilmente rappresentato in opere artistiche del XV e XVI secolo. L’edificio, realizzato in opus mixtum di reticulatum e latericium, si data nell'aspetto ora visibile tra la fine del I e gli inizi II secolo d.C. , periodo in cui venne completamente ricostruito, forse dopo il terremoto del 62 o l’eruzione del 79 d.C. Nell’area del teatro di età romana non si trova traccia dell’edificio per spettacoli di età greca, né delle prime fasi di età romana. Il teatro venne poi abbandonato intorno alla metà del V secolo d.C., quando cambiarono le funzioni del sito; in seguito alcune parti dell’edificio pubblico furono occupate da nuclei sepolcrali, ascrivibili al VI e VII secolo d.C., mentre altre furono obliterate da cospicui accumuli di terra coltivabili. Il monumento archeologico costruisce in effetti un significativo esempio di "archeologi urbana" attraverso il quale è possibile ricostruire la storia edilizia, dall'età antica sino all'epoca moderna, di un intero settore urbano di Napoli.
Dopo alcuni fortuiti rinvenimenti occorsi nel 1859, che consentirono di tracciare una prima pianta dell'edificio, i primi scavi effettuati tra il 1881 e il 1891 portarono alla scoperta di parte nella cavea all'interno del giardino di uno dei caseggiati prospicienti il decumanus (la strada antica) superiore della città. In seguito, le indagini condotte con metodi scientifici hanno consentito nel 1985 di rilevare accuratamente e isolare le strutture murarie di epoca romana tra quelle moderne e quindi, a partire dal 1997, di esplorare l'area nel frattempo acquista al Pubblico Demanio. Con le nuove campagne di scavo sistematico sono stati messi in luce alcuni tratti dell'ambulacro esterno e di quello interno, dotato di nicchie e un complesso sistema di canalizzazione idrico, con i relativi cunei di sostegno e i vomitoria (accessi), che conducevano alle gradinate della media cavea (la parte intermedia) degli spalti, nonché parte della scena con l'intento di restituire il monumento alla fruizione pubblica, nel quadro di un programma complessivo di valorizzazione dell'intero settore urbano. Non minore rilevanza hanno le superfici decorate superstiti: dai pavimenti dell'ambulacro interno agli intonaci, alcuni dei quali graffiti con interessanti iscrizioni, ai rivestimenti marmorei delle gradinate della cavea. Nei successivi interventi si prevede di estendere l'indagine anche alla scenae front (edificio scenico) dove si svolgevano le rappresentazioni teatrali, celebrate anche nelle fonti antiche.