Musei civici di arte antica - Casa dell'Ariosto
Travocial,
2016-02-26 09:23:24
2016-02-26 09:23:24
Nel semplice edificio in mattoni a vista, articolato su due piani, Ludovico Ariosto (1474 – 1533) ha vissuto dal 1529 sino alla morte dedicandosi alla terza e definitiva edizione dell'Orlando Furioso. Grazie ad un allestimento curato dai Musei Civici di Arte Antica, le sale al piano nobile propongono una ricostruzione storico-evocativa dell’assetto realizzato in occasione delle Celebrazioni per i Centenari Ariosteschi del 1875 e del 1933, attraverso cimeli e pregevoli edizioni delle opere del Poeta. Al primo piano della casa-museo si possono ammirare così interessanti testimonianze tra cui il calco del suo calamaio, la sua sedia, le medaglie che lo rappresentano e la preziosa edizione dell'Orlando Furioso illustrata da Gustave Doré nel 1881. Dall’abitazione vera e propria si passa al giardino interno, quindi alla dependance e, infine, all’orto, un tempo di maggiore estensione. L'edificio rinascimentale ospita nei propri spazi anche mostre d'arte contemporanea.Frequenti le esposizioni di arte contemporanea allestite al piano terra della struttura, tra queste si ricordano "Confini mobili" di Edda Bovini, "Antropodigitale" di Massimo Festi, Dario Breviglieri, Beatrice Pavasini, Fabrizio Ceccardi e "Visioni estensi. Percorsi segreti" di Giulio Fabbri. Inoltre "Il sonno della Ragione" (2008), rivisitazione ed omaggio a El sueño de la razón produce monstruos, Capricho n.43 di Francisco de Goya, sui lavori a stampa calcografica di Ericailcane, Tommaso Gorla, Stefano Guerrini, Silvia Venturi, organizzata dall’associazione Yoruba, Diffusione Arte contemporanea di Ferrara, attiva sul territorio dal 2005. Sempre nel 2008 si è svolta la mostra site-specific di Gianni Cestari "Viaggio senza mappa" e "Visuale. Sguardo fotografico". Del 2011 invece è "Unf(o)unded", progetto espositivo provocatorio che prende le mosse dai tagli finanziari alla cultura. Infatti a sostituire quadri, installazioni, video e performance si trovano semplici linee rosse che ne marcano l'ipotetico confine e didascalie descrittive. Il progetto in occasione del Festival Internazionale 2011 si è tramutato in mostra-itinerario illustrata da 32 curatori italiani.