Terme di Castrocaro - Grand Hotel Terme
Travocial,
2016-03-01 10:31:14
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Il complesso termale di Castrocaro, utilizzato dal 1830 grazie alle proprietà delle acque salmastre scoperte in età moderna dal prof. Antonio Targioni Tozzetti, fu inaugurato ufficialmente nel 1851 per iniziativa del conte Antonio Marescotti, che mise a disposizione della struttura il palazzo già appartenuto ai conti Guarini. Nel 1869, l’acquisto delle sorgenti da parte del dott. Aristide Conti diede un nuovo impulso alla nascente industria termale, aumentata di un nuovo stabilimento. Nel 1887 fu avviata la costruzione delle Terme Conti, e nel 1899 ebbe inizio la sistemazione del parco, poi decorato con le sculture prodotte dal primo quarto del XIX secolo dalla bottega dello scultore Casalini. Al 1924 risale invece il complesso architettonico e decorativo della “Fonte Littoria”, dovuto alla fabbrica di maioliche Focaccia e Melandri.L’origine del toponimo, Solona, nell’idioma degli umbri che per primi popolarono la regione e Salsubium in età romana, rivela la conoscenza della presenza di sale e di acque termali già nell’età antica. Menzionate nel 1348 da Flavio Biondo nella sua “Italia illustrata”, le acque di Castrocaro caddero nell’oblio per molti secoli: fino al 1829, quando un agricoltore venne arrestato per avere violato la legge sul monopolio del sale riempiendo un barile con acqua attinta alla sorgente detta “della Bolca”, nell’intento di estrarne il sale. Sequestrato in base ad un articolo del 1819, il barile fu affidato dalla magistratura fiorentina alla competenza di Antonio Targioni Tozzetti, il quale, medico e marito della ben nota musa di Giacomo Leopardi, rilevò le benefiche virtù della sorgente. Fu l’inizio di una moderna attività termale, avviata dal 1838 e da allora incrementata con una serie di iniziative a carattere privato. Nel 1841 la marchesa Martelli, una nobile fiorentina, guarì in seguito all’utilizzo dell’acqua di Castrocaro. L’episodio rese celebre la fonte e così l’avvocato Frassineti diede impulso ad una prima attività termale con uno stabilimento di cinque stanze, dotate di vasche di legno. Dieci anni dopo, l’istituzione fondata dal Frassineti si associò con quella allestita dalla famiglia Marescotti nel Palazzo Guarini di Castrocaro. L’acqua, estratta nella vicina Valle dei Cozzi, veniva travasata in appositi barili trasportati con vagoni. Alla morte del Marescotti, l’istituzione passò alla moglie e alla figlia di questi, con la denominazione di “Stabilimento balneario Sorelle Liverini”. Nel 1870 Aristide Conti, imprenditore di Castrocaro, scoperse una nuova sorgente di acqua termale nei pressi della sua abitazione. Cominciò allora una nuova impresa, che ampliò gli stabilimenti preesistenti con le acque delle sorgenti di Bolga e di Cozzi, situate nella zona settentrionale.
Nel 1929 la proprietà dei bagni, integrati nel 1924 con il complesso architettonico della “Fonte Littoria”, decorato con le maioliche della fabbrica Focaccia e Melandri, venne ceduta dagli eredi Conti all’INA. Nel 1936 le terme passarono allo Stato, con la denominazione di Regie Terme di Castrocaro, su ordine di Mussolini, il quale utilizzò personalmente lo stabilimento, alloggiando i propri ospiti al Grand Hotel (1939). L’edificio, progettato da Tito Chini (Borgo S.Lorenzo, 1898-Desio, 1947), rappresentò uno degli esempi più significativi del déco italiano prodotto dalla manifattura ceramica di Borgo S.Lorenzo. L’intervento del celebre designer e decoratore fiorentino, impose variazioni al progetto originale, dovuto, per gli stabilimenti termali, all’ingegner Diego Corsani: tra questi l’innalzamento di un piano di una parte dell’edificio, la terrazza verso il parco, e la torre dell’acqua. Di grande pregio le ornamentazioni del Padiglione delle Feste (1936-1941), progettato dal Corsani ma reinventato dalla creatività del Chini, coadiuvato, per le parti dipinte, dai disegnatori Donatello e Loris Faggi, e da Cosimo Donatini. Sapiente anche l’uso dei materiali: cotto (mattoni a vista), marmo nero, travertino e ceramica iridescente (Tramonti).
Nel 1961 il complesso termale, integrato, nel parco, da una piscina, fu convertito in SRL; negli anni settanta vennero aggiunte nuove costruzioni, destinate ad ospitare i reparti riservati alle cure inalatorie e alle terapie della sordità rinogena; tra il 1972 e il ’74 fu costruito lo stabilimento “A”, tuttora in uso. Questa imponente costruzione è suddivisa in tre sezioni virtualmente distinte che sorgono nella parte centrale del parco, a un centinaio di metri da via Marconi e dall’ingresso principale di via Roma, cui si collegano tramite una volta a “baldacchino” fiancheggiata da costruzioni pentagonali utilizzate come negozi.
Negli anni novanta venne creato lo stabilimento “C”, dotato di sezioni multiple riservate ai fanghi. Situato in prossimità del precedente, questo settore comunica nella parte sud est con lo stabilimento “B”. Purtroppo, a quei tempi gli studi sull’impatto ambientale non erano avanzati al punto da consentire una valutazione migliore dell’accostamento di un edificio nuovo alle strutture precedenti. Tutto ciò non è stato privo di conseguenze per l’assetto del complesso termale, dove le nuove unità edilizie, destinate al mercato termale degli anni settanta, hanno introdotto modifiche alle strutture esistenti, interrompendo la continuità del parco.
Dal 1995 il complesso è amministrato dalla “Salsubium SPA”, che attualmente sta rilanciando e migliorando l’attività termale attraverso una serie di adeguamenti e ristrutturazioni.