Museo civico del Risorgimento
Travocial,
2015-02-12 09:54:11
2015-02-12 09:54:11
Il comitato promotore del Museo Civico del Risorgimento si formò nel 1893 sulla scia della mostra risorgimentale organizzata in seno all'Esposizione Nazionale di Torino del 1884; ne facevano parte, tra gli altri, Carlo Boni, direttore del Museo Civico, Luigi Picaglia, Benedetto Malmusi e Giuseppe Triani, rettore dell'Università e presidente del Consiglio Provinciale. Il primo nucleo di oggetti e documenti, sostanzialmente gli stessi che furono inviati a Torino, trovarono posto in una sala dei Musei Civici inaugurata nel 1894. In seguito al crescente interesse da parte della cittadinanza che incrementò notevolmente le raccolte, fu ampliato e trasferito più volte. La seconda inaugurazione avvenne significativamente il 3 febbraio 1896, in concomitanza con quella del monumento a Nicola Fabrizi; quindi nel 1901 fu trasferito in un ampio locale ora occupato dalla Biblioteca Estense; infine nel 1924 trovò la sua definitiva collocazione nelle due attuali sale del piano terra del Palazzo dei Musei.Le collezioni non riguardano soltanto la partecipazione di Modena alle vicende nazionali del Risorgimento, ma documentano l'antecedente epoca napoleonica con un'incursione sulla situazione del ducato estense e le successive guerre del XX secolo, in particolare la guerra italo-turca del 1911-12 e la prima guerra mondiale, considerata ormai l'ultimo atto dell'Indipendenza italiana. L'allestimento, predisposto tra il 1924 e il 1926 nei locali del museo, fu rivisto nel 1937 con l'inserimento di una sezione celebrativa sulla "Rivoluzione Fascista", eliminata nell'immediato dopoguerra, e infine negli anni Sessanta. A parte gli adeguamenti, dall'esame dei documenti risulta che il progetto espositivo rimase sostanzialmente sulla stessa linea, presentandosi così alle soglie degli anni '90 ormai inadeguato sia per il taglio didattico-museografico, sia per gli evidenti problemi conservativi che gravavano su quasi tutti i materiali esposti. In quell'anno il museo è stato chiuso al pubblico e i materiali, collocati entro casse e trasferiti presso un deposito, sono stati affidati al Museo Civico d'Arte. Al momento sono in corso la campagna fotografica e di schedatura degli oltre 2000 reperti del museo, della biblioteca composta di circa 1500 volumi, della raccolta documentaria di opuscoli e autografi, e delle oltre 2500 fotografie.