Politeama sociale
Travocial,
2016-03-01 07:36:58
2016-03-01 07:36:58
All'inizio del Novecento a Sassuolo, va distrutto il settecentesco teatrino ducale sito in piazza dell'Orologio (v. scheda Teatro Carani). A seguito di questo evento si costituisce, nel 1906, una Società Cooperativa con l'intento di edificare un nuovo teatro. L'Amministrazione Comunale accoglie le istanze della suddetta Società concedendo un'area già destinata al gioco delle bocce, in prossimità delle scuole pubbliche. Il progetto viene affidato a Gaetano Malatesta, ingegnere del Comune.
Inizialmente si pensa di costruire un'arena all'aperto per ospitare spettacoli comici, equestri e di varietà, assai diffusi all'epoca; preferendovi poi la realizzazione di un Politeama, ossia una sala atta ad accogliere varie tipologie di spettacolo, dalla lirica, alla prosa, al varietà ecc.
L'opera procede con gradi difficoltà di ordine economico e si rende necessario l'intervento del Comune che acquista dalla cooperativa parecchie azioni. L'inaugurazione avviene con Cavalleria Rusticana e I Pagliacci soltanto il 12 ottobre 1912.
Il teatro mantiene le sue funzioni solo fino al 1935 quando viene definitivamente acquisito dal Comune. Quindi subisce una prima trasformazione. Con opportuni lavori di risistemazione è adibito a Casa del Fascio, e nel dopoguerra a sala da ballo. Successivamente (1964) viene veduto al Banco di S. Geminiano e S. Prospero, tuttora proprietario, che intenderebbe trasformarlo in centro di attività direzionale, il progetto comunque non è mai stato avviato.
Attualmente il teatro versa in grave stato di degrado, ed ha perduto in gran parte la sua identità originaria. Probabilmente nel corso della ristrutturazione del 1935 sono stati tamponati i palchetti della galleria ed eliminato il palcoscenico. Mentre all'esterno è ancora ben leggibile l'originaria funzione, in quanto l'edificio non ha subito manomissioni rilevanti.
La facciata è costituita da due corpi laterali aggettanti con terrazza e fastigio curvilineo al centro, inoltre porte e finestre presentano cornici con motivi decorativi a fiorami e testine, mentre le grate in ferro battuto sono caratterizzate dal motivo "a frusta", secondo il tratto stilistico di un Liberty sobrio ed essenziale.
Sono andate ormai perdute le decorazioni interne di Umberto Chicchi, costituite da motivi floreali stilizzati, rilevabili dalle immagini d'epoca.
(Lidia Bortolotti)