Santuario federale nuragico di Santa Vittoria
Travocial,
2013-02-28 11:43:54
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Il grandioso villaggio-santuario di Santa Vittoria, che deve il suo nome alla vicina chiesetta campestre, si estende per oltre tre ettari nella estremità sud occidentale dell’altopiano della Giara. La definizione di santuario federale nuragico, coniata dal grande archeologo Giovanni Lilliu, indica un luogo di culto frequentato da comunità di villaggio anche distanti tra loro. Generalmente dedicati al culto delle acque, questi santuari erano incentrati sulla presenza di edifici sacri di differenti tipologie (templi a pozzo, templi in antis, templi a megaron). Si suppone che nell’edificio principale del villaggio si riunissero in assemblee federali i clan più potenti della Sardegna centrale per consacrare alleanze o per decidere guerre. Le strutture comuni erano organizzate in modo da far convivere momenti di festa religiosa e di festa civile, il mercato con l’assemblea politica. Il villaggio santuario di Santa Vittoria si compone di quattro aree principali: l’area dei templi, con la capanna del sacerdote, il recinto delle feste, il recinto del doppio betilo e gli edifici costituenti l’insediamento stabile. In un’area separata sono dislocati la capanna del capo e la capanna della riunione. Il tempio a pozzo, composto, come è caratteristico di questa tipologia, da un vestibolo, un vano scala e la camera che raccoglieva l’acqua, originariamente coperta a tholos, rappresenta il centro ideale del santuario. Nel recinto delle feste i pellegrini vivevano il momento della festa, , del cibo e del riposo, che si protraeva per alcuni giorni. Il recinto del doppio betilo trae il nome dalle due pietre erette infisse verticalmente nel terreno, i betili, che si riteneva fossero l’abitazione del dio. I numerosi reperti in bronzo di piccole dimensioni (i “bronzetti”) recuperati in questo sito ci restituiscono l’immagine dei Sardi che convenivano nel santuario (offerenti, militi) e la varietà di offerte che le antiche e sconosciute divinità ricevevano (animali, armi e attrezzi d’uso quotidiano). Il complesso, risale ad un periodo compreso tra il Bronzo Recente e Finale e la prima età del Ferro (secc. XIII-VIII a. C. circa). Fu frequentato sino al IV secolo d.C., come testimoniano le tombe romane a cassone di calcare qui dislocate.