Pinacoteca Mus'a al Canopoleno
Travocial,
2016-03-14 13:39:20
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Il museo è stato inaugurato nel dicembre 2008 all'interno dell’ex Collegio gesuitico del Canopoleno, storico edificio del centro di Sassari fatto costruire tra la fine del Cinquecento e l'inizio del Seicento dall’arcivescovo di Oristano Antonio Canopolo. L’edificio, passato allo Stato nella prima metà dell’Ottocento, è stato sottoposto, negli anni ’90 del Novecento, ad un intervento di restauro e adeguamento che consente di rendere fruibile, in uno spazio ampio e prestigioso, un ricco patrimonio artistico statale pervenuto attraverso donazioni e lasciti. La Pinacoteca ospita le importanti collezioni d’arte Tomè e Sanna, quest’ultima custodita fino a poco tempo fa nei depositi del Museo archeologico nazionale G.A. Sanna, oltre ad un certo numero di opere di varia provenienza, tra le quali le dieci d’arte contemporanea acquisite con la donazione Panicali Battaglia. Il suo patrimonio artistico, costituito da oltre 490 dipinti, sculture e manufatti compresi in un arco temporale che va dal Medioevo alla metà del Novecento, documenta diverse scuole e artisti locali, italiani ed europei a partire dalla fine del XIV secolo. Tra le opere principali, il trittico attribuito al fiorentino Mariotto di Nardo (notizie 1394-1424), le tavole del cosiddetto Maestro di Ozieri (metà XVI secolo), la Maddalena del napoletano Andrea Vaccaro (1604-1670). Le opere più significative sono tuttavia quelle degli artisti sardi dell’Ottocento e primo Novecento (Giovanni Marghinotti, del quale la Pinacoteca possiede la collezione più ampia in Sardegna, Antonio Ballero, Filippo Figari, Giuseppe Biasi, Carmelo Floris, Pietro Antonio Manca, Mario Delitala, Stanis Dessy, Eugenio Tavolara), e la raccolta di opere grafiche di Giuseppe Biasi e Stanis Dessy. Attualmente, in attesa del completamento di ulteriori necessari interventi di restauro, la Pinacoteca espone solo una selezione di opere del Seicento e Settecento, suddivise per cronologia ed aree tematiche; è tuttavia possibile visualizzare le opere più significative visitando il sito web dell’istituto museale.