Biblioteca Universitaria di Padova
Travocial,
2015-06-03 07:24:45
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Istituita nel 1629 dalla Repubblica Veneta a
“commodo" e "decoro” e "ornamento maggiore" dello Studio
patavino, è la più antica delle biblioteche universitarie italiane. Nel 1631 fu
trasferita dalla primitiva sede, il convento dei Gesuiti presso Pontecorvo,
alla prestigiosa Sala dei Giganti del palazzo prefettizio. L’incremento
librario doveva essere assicurato dal deposito obbligatorio di una copia di
quanto si stampava nel territorio della Repubblica Veneta e da una tassa
imposta ai laureati e ai professori di nuova nomina. Vi contribuì in misura
notevole nel corso del Sei e del Settecento anche l’acquisizione di biblioteche
private dei docenti, tra cui quelle del giurista Bartolomeo Selvatico (1631),
del matematico Bartolomeo Sovero (1632), dei medici Pompeo Caimo (1636) e
Giacomo Zabarella (1646), del giurista Gianbattista Rainis (1725) e del
botanico Felice Viali (1727). Negli ultimi decenni del Settecento confluirono
la biblioteca del grande anatomista Giambattista Morgagni, del naturalista
Antonio Vallisneri e i libri a stampa del monastero padovano dei Canonici
Lateranensi di S. Giovanni da Verdara, soppresso nel 1783. In seguito alla
soppressione delle Corporazioni religiose in età napoleonica fu incamerata una
grande quantità di manoscritti, incunaboli e libri a stampa provenienti dalle
biblioteche di circa 40 monasteri e nel 1867, dopo l’unificazione nazionale, si
ebbe un nuovo consistente incremento, con un aumento complessivo di circa
13.000 opere. Tra Sette e Ottocento fu acquisita la biblioteca della Natio
Germanica, la più importante tra le corporazioni degli studenti stranieri a
Padova. Fra lasciti, donazioni e fondi pervenuti tra il XIX e il XX secolo sono
infine da segnalare la raccolta Morpurgo (1.300 opere riguardanti storia e
letteratura dei popoli semiti) e il fondo Ardigò (manoscritti del filosofo
positivista Roberto Ardigò e circa 2.200 volumi appartenuti allo stesso e al
suo discepolo Giovanni Marchesini, acquisiti nel 1984). Nel 1912 la Biblioteca lasciò la sede della
Sala dei Giganti diventata ormai del tutto insufficiente, per occupare la sede
attuale, un edificio demaniale che fu il primo costruito in Italia con criteri
moderni appositamente per uso bibliotecario.