Museo "Lo Spielberg del Risorgimento meridionale"
Travocial,
2013-02-12 10:36:09
2013-02-12 10:36:09
L’antico Castello, fondato dai Longobardi, e parte della cerchia difensiva che venne posta a controllo delle vie per Benevento, ospitò re normanni, svevi, angioini e aragonesi. È facilmente ipotizzabile che in età longobarda-normanna il Castello avesse una forma molto più fortificata e occupasse senz’altro tutta l’area di Piazza Castello, inglobando anche la Chiesa Palatina di San Giovanni del Vaglio (da balium cioè cortile) e il Monastero di Santa Caterina da Siena che, infatti, rivela mura imponenti che ricordano quelle di un fortilizio molto antico, di certo precedente alla fondazione settecentesca del convento. Col tempo il Vaglio divenne una piazza vera e propria, ma il cuore del Castello non perse la sua funzione, tant’è che ospitò fino all’Ottocento il Preside della Provincia di Principato Ultra con tutti gli uffici, tribunale compreso. Attualmente vi ha sede il Comune.
Nel seminterrato, strutturato su due piani, vi è il Carcere, utilizzato dapprima come prigione provinciale. Chiuse per alcuni anni col definitivo trasferimento ad Avellino degli uffici del Giustizierato, per poi riaprire in epoca risorgimentale, ospitando un Bagno penale di prima classe caratterizzato da un regime durissimo. Il freddo montefuscano, unito all’umidità degli androni scavati nella roccia e alle punizioni esemplari (come il puntale), ne fecero un luogo di sofferenza tale che fu soprannominato lo Spielberg dell’Irpinia. Alcuni celebri carcerati furono i patrioti napoletani Poerio, Nisco, Castromediano e Pironti.
L’antico detto esprime bene ciò che voleva dire esservi imprigionato: "Chi trase a Montefuscolo e po’ se n’esce po’ dì ca ’n’terra ’n’ata vota nasce"(Chi entra a Montefusco e poi ne esce può dire che in Terra nasce di nuovo).