Civici musei di arte e storia
Travocial,
2014-01-13 11:21:08
2014-01-13 11:21:08
la Pinacoteca Civica, sorta nel 1908 dall'unione delle due gallerie costituite con i lasciti del conte Paolo Tosio (1844) e del conte Francesco Leopardo Martinengo (1883) e arricchitasi nel tempo con altri legati, con opere provenienti da chiese soppresse o edifici distrutti fino alle recenti acquisizioni. La collezione di dipinti databili dal XIII al XVIII secolo vanta veri e propri capolavori, tali da porre la raccolta bresciana ai vertici non soltanto in Italia nell'ambito della pittura antica, a cominciare da dipinti di bellezza incomparabile di Raffaello Sanzio e Lorenzo Lotto. Importante e cospicua è la rappresentazione di opere di Vincenzo Foppa, caposcuola della pittura lombarda del Quattrocento, e dei maestri del rinascimento bresciano: Savoldo, Romanino, Moretto. La ritrattistica del Cinquecento offre tele di Tintoretto e Sofonisba Anguissola. Per il XVII e il XVIII sec. spiccano alcune grandi figure di aree culturali diverse (Palma il giovane, Andrea Celesti); in ambito bresciano, meritano attenzione i cosiddetti ""pittori della realtà"" come Antonio Cifrondi e Giacomo Ceruti detto il Pitocchetto, del quale assolutamente straordinaria per numero e qualità è la serie di opere visibili nel museo.Non meno eccezionale è la sezione di grafica. Questa collezione, iniziata nel Settecento dal cardinale Angelo Maria Querini, si è arricchita nel corso dell'Ottocento e del Novecento. Altrettanto ricca e preziosa la sequenza delle incisioni del Cinquecento italiano, con Parmigianino, Annibale e Ludovico Carracci. La scuola olandese comprende molte opere di Luca di Leida e celebri capolavori di Rembrandt. Sono pure presenti Guido Reni e Giovanni Battista Castiglione detto il Grechetto. Il Settecento è ben rappresentato dalle acqueforti dei maestri veneti (Canaletto, i due Tiepolo, Piranesi). Tra gli esemplari ottocenteschi, spiccano un'edizione completa, ancora rilegata, dei Capricci di Goya e le notissime litografie satiriche di Daumier. Tra le stampe moderne di notevole valore emerge la Grande natura morta di Giorgio Morandi del 1928, considerata un capolavoro dell'incisione italiana del Novecento.Info visite:Dal 2009 la Pinacoteca è chiusa per importanti lavori di manutenzione tecnica e restauro degli ambienti. Un rilevante numero di opere, fra cui i maggiori capolavori della raccolta (Raffaello, Foppa, Savoldo, Romanino, Moretto, Moroni, Ceruti) è tuttavia visitabile presso il Museo di Santa Giulia, nell’esposizione “L’Ospite Eccellente”. Le pale di soggetto religioso di più grandi dimensioni sono invece temporaneamente esposte presso il Museo Diocesano. La riapertura della Pinacoteca Tosio Martinengo è prevista per il 2014, in ambienti completamente rinnovati e con un nuovo allestimento.