Museo nazionale della Valcamonica Romana
Travocial,
2015-12-01 12:55:31
2015-12-01 12:55:31
Il museo, sito all’uscita dello svincolo della cosidetta superstrada della Valle Camonica (ex statale 42), è stato inaugurato nel 1981 e organizzato in quattro sezioni: il territorio, la città romana, la religione e la necropoli. I reperti provengono soprattutto dagli scavi, effettuati nella zona a partire dalla fine del secolo XVII, della chiesetta di Santo Stefano (Età del Bronzo e del Ferro, periodo preromano e romano), dalla necropoli e da ritrovamenti in paese e nel circondario. E’ in corso di scavo l’anfiteatro e il teatro romano. La zona testimonia la continuità della presenza umana già dall’età Mesolitica. In età preromana la civiltà Ligure-Celtica dei Camuni aveva già fondato la città col nome di Vannia, in un punto di grande importanza tra bassa e media Valle Camonica. A seguito della conquista romana nel 16 a.C., il centro ebbe un notevole sviluppo nei primi due secoli dopo Cristo. All’età romana è dedicata la prima sala del museo, con epigrafi, fra le quali un cippo funerario con attestazioni di duoviri della città, materiali di edilizia privata (laterizi con bollo, ceramiche da mensa e altri reperti d’uso domestico) e pubblica, consistenti in capitelli in marmo locali, frammenti di statue bronzee, un altorilievo marmoreo del I sec. d.C. con personaggio virile ritratto alla maniera eroica, piccole are votive rinvenute in un edificio termale e due mosaici pavimentali del I-II sec. d.C. Ai culti religiosi è dedicata un’altra sezione del museo; di grande rilievo è il materiale appartenente al santuario di Minerva a Breno, in un luogo sacro già in età preromana. E’ da segnalare la grande statua in marmo pentelico della dea Minerva, di età flavia, molto importante in quanto la sua tipologia è quella della rara Athena Hygeia di tipo fidiaco, della quale esistono solo altri due esemplari (Athena Farnese di Napoli e Athena Hope di Londra). Altra sezione del museo è quella delle Necropoli: sono esposti corredi funerari ritrovati nei tre siti di scavo del territorio comunale (fibule anche di ascendenza italica, lucerne, vetri, balsamari, anelli, piatti, materiale di importazione come un cratere e una coppa dalle officine di Smirne), tutti riferibili ai secc. I-III d.C.