Teatrino di Villa Altieri
Travocial,
2016-03-01 08:02:07
2016-03-01 08:02:07
Nel giardino dell'Istituto di Istruzione Superiore Tecnica Agraria "Arrigo Serpieri" sorge un piccolo teatro all'aperto, che insieme ad un oratorio (edificato nella seconda metà del secolo XIX secondo il gusto neogotico a quel tempo in voga) e ad una voliera sono tutto quel che resta della signorile villa Altieri.
Attualmente risulta di difficile lettura il tessuto di cui questo teatro era parte in quanto il contesto è stato fortemente modificato negli anni Sessanta. Nel 1958 gli ultimi proprietari Giuseppe e Anita Galli vendettero l'intera area (villa, giardino e podere) alla Provincia di Bologna che stabilì di farvi edificare la sede definitiva dell'Istituto agrario. La villa che aveva subito gravi danni nel corso dell'ultimo conflitto ed ormai versava in pessimo stato fu abbattuta, inoltre per far posto alle nuove attrezzature gran parte del parco fu distrutta e il laghetto che ne faceva parte interrato. L'insieme, denominato un tempo "Casino Rubbiani", era un piacevole luogo di villeggiatura costituito da residenza padronale, casa del giardiniere e casa colonica. La villa a due piani presentava una facciata con ampio loggiato al pianterreno che dava sul parco accuratamente disegnato nei sentieri e nelle aiuole, ricco di particolari essenze. Quando nel 1891 Raffaele Altieri acquistò l'intera proprietà da Giuseppe Rubbiani, il teatro ne era già parte integrante. Le foto storiche (in possesso della famiglia Altieri) ci restituiscono l'immagine di quello che può essere definito un suggestivo teatro di verzura a quel tempo ancora integro. Un viale alberato conduceva all'ingresso del teatro fiancheggiato da due leoni in pietra, due ordini di gradoni in laterizio disposti a campana, racchiudendo la cavea, si raccordavano al palcoscenico inquadrato da due colonnine scanalate con capitello ionico. Al centro del palco di proscenico un grande mascherone celava la buca del suggeritore, mentre alte siepi di bosso fungevano da quinte, lo spazio per il pubblico era invece circondato da alberi.
Attualmente l'impianto di questo teatro appare notevolmente alterato pur conservando nelle linee essenziali la forma originaria. Sul palcoscenico, ormai privo delle quinte di bosso, sono cresciuti alcuni alberi ad alto fusto tra cui due bei pioppi cipressini, che dalle dimensioni potrebbero avere all'incirca sessanta o settanta anni (rammentiamo che questa pianta è stata introdotta nella nostra zona all'inizio del '900). Inoltre sono scomparsi i leoni di pietra che delimitavano l'ingresso alla cavea, mentre una delle colonnine del boccascena è spezzata.
Perduti alcuni elementi che ne erano parte integrante, di cui solo le foto storiche ci restituiscono memoria, ed in mancanza di fonti documentarie certe possiamo solo formulare delle ipotesi circa l'origine di questo impianto. Uno di questi è rappresentato dall'altezza delle quinte in bosso, visibili in un'immagine scattata tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento. Ipotizzando che siano state piantate quando è sorto il teatro potremmo ascrivere l'epoca di fondazione attorno alla prima metà del secolo XIX.
(Lidia Bortolotti)