Biblioteca statale Isontina di Gorizia
Travocial,
2015-05-08 09:52:20
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Dal punto di vista storico - artistico Palazzo Werdenberg si colloca tra
gli edifici di carattere monumentale. La sua storia si lega a quella
dei Gesuiti, la cui presenza a Gorizia era stata chiesta, come in molti
centri dell'impero asburgico (Graz, Lubiana), nello spirito e secondo
norme e direttive del Concilio di Trento, soprattutto per curare
l'istruzione della gioventù, in conseguenza alla grave crisi religiosa e
spirituale che coinvolse in quel periodo il clero e la popolazione
locale, non indifferenti al luteranesimo che si andava diffondendo in
Europa. Il loro insediamento a Gorizia nel 1615, dopo la cacciata
dai territori della Repubblica di San Marco, fu reso possibile grazie
alla donazione da parte del barone Vito Dornberg, della Chiesa di San
Giovanni, con annessa casa, nell'omonima via.Inizialmente
l'abitazione venne usata anche come seminario per pochi allievi, perché i
gesuiti si impegnarono anche nell'attività di educazione e formazione
del clero. Data la precarietà della situazione intervenne nel 1629
il barone Verda von Werdenberg, che destinò 22 mila fiorini per il
mantenimento in perpetuo di 24 seminaristi poveri e un suo edificio
sempre in via San Giovanni per l'adattamento a Seminario. Poiché però la
casa era troppo distante dal collegio e non abbastanza comoda fu
comprata, nel 1634, sempre con il generoso finanziamento del barone de
Werdenberg, una casa più vicina e più ampia dal nobile Ambrogio Sembler.
L'intera struttura fu quasi interamente rifatta, aumentata con
l'aggiunta degli edifici attigui e abbellita e arrivò a completamento
nel 1649. Si presenta con una facciata compatta, trafilata da sequenze
serrate di finestre, su Via delle Scuole (oggi via Mameli), mentre il
lato sull'attuale Corso Verdi è alleggerito da armoniosi porticati a tre
ordini di logge prospicienti il grande cortile interno. Semplice e
sobrio, il palazzo raggiunge la perfetta armonia nelle sue linee
architettoniche ed esprime in pieno la funzione per la quale venne
edificato, concedendo alla moda barocca soltanto i bellissimi stucchi
posti alla sommità dello scalone, opera probabile di Giovanni Pacassi,
padre dell'architetto Nicolò. Altri segni distintivi della sua nobiltà storico - artistica sono pure
gli archi a volta, presenti in alcuni locali e cantine, del pianoterra e
del primo piano, e le già menzionate logge, capaci di creare prospetti
suggestivi, dentro e fuori l'edificio al quale fanno da contorno i due
giardini, uno dei quali cita l'antico orto botanico dell'i.r. Ginnasio
austriaco.Nel marzo 1995 è stato portato a termine il massiccio
ciclo di interventi edilizi e impiantistici iniziati alla fine del 1988,
i quali hanno rimesso a nuovo Palazzo Werdenberg, conferendogli
solidità ed eleganza e adeguandolo alle funzioni di una moderna
Biblioteca, con l'incremento degli spazi e con l'apertura di nuovi
servizi.