Castello di Alviano
Travocial,
2013-03-18 09:15:46
2013-03-18 09:15:46
Il castello situato su un’altura alla sinistra del Tevere, tra Orvieto ed Amelia, è all’origine dello sviluppo del nucleo urbano del Comune di Alviano.
La costruzione del castello segue la morfologia del luogo che ne determina una forma trapezoidale. Si sviluppa su tre piani, più attico, ed è circondato da una cinta muraria con quattro torri d’angolo. All'ingresso del castello il leone della gogna e una testa di medusa, posti sulla facciata, stanno a simboleggiare il feudo degli Alviano.
Il castello infatti fu voluto dal conte Offredo nel 996, capostipite dalla famiglia Alviano, famiglia che assunse sul territorio cariche sempre più importanti e tenne il castello fino al 1308, quando fu cacciata dai ghibellini amerini.
Il maniero ritornò in possesso della famiglia grazie a Francesco d’Alviano che ne fece la propria residenza, ma venne distrutto dai Chiaravalle e la sua ricostruzione, avvenuta nel 1495, si deve al figlio Bartolomeo.
La nuova struttura venne edificata come una sontuosa residenza baronale, con alcune sale decorate da Giovanni Antonio de’ Sacchis detto il Pordenone. Essendo Bartolomeo un architetto militare, si premunì di equipaggiare la struttura di corpi di difesa nei punti strategici, seguendo le regole dell’architettura militare ideata da Leon Battista Alberti.
Nel 1500 il figlio Bernardino, esperto fonditore, trasformò la fortezza in una fonderia di cannoni tra le più importanti dell’Umbria.
Per mancanza di eredi maschi, nel 1543, gli Alviano persero il feudo e cambiarono il loro nome in Liviani.
Da quel momento il castello ha perso la sua importanza militare e da allora ha avuto diversi proprietari, partendo dal marchese Raimondy di Genova per diventare, nel Seicento, di proprietà di donna Olimpia Maidalchini, sposa di Panfilio Pamphilj, ed infine, per discendenza, nel 1816 fu ereditata dal principe don Andrea II Doria Pamphilj Landi.
La fortezza è in puro stile rinascimentale caratterizzata dal bel cortile interno con doppio loggiato su cui affacciano numerosi ambienti di pregio. Tra questi la cappella di San Francesco con una serie di affreschi del Seicento, di buona fattura, che possono essere considerati come una sorta di memoria visiva della storia di Alviano.
Nella cappella è raffigurato anche il miracolo di san Francesco e le rondini, avvenuto nel 1212 proprio ad Alviano "...si puose a predicare comandando prima alle rondini che cantavano che tenessero silenzio..." (Fioretti), è presente anche il volto di Donna Olimpia, la committente di quegli affreschi.
Ancora oggi il castello, sapientemente restaurato, è il fulcro della vita cittadina: il piano nobile ospita il municipio; al piano terra si trova il Centro di Documentazione audiovisiva sull'Oasi di Alviano, oltre a un centro convegni moderno e attrezzato; nei sotterranei vi sono mostre permanenti di arte moderna e il museo della Civiltà Contadina, che conta oltre mille oggetti.
Di recente, proprio in onore del suo antico padrone, il castello è diventato sede del Centro studi sui Capitani di Ventura.