Teatro sociale di Foce (Amelia)
Travocial,
2016-03-01 09:53:30
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Nato su iniziativa di un gruppo di nobili e di borghesi amerini (1780), il Teatro Sociale è straordinariamente simile – nell’architettura, nell’impostazione e persino nel disegno – al Teatro della Fenice di Venezia, realizzato dall’accademico perugino Gian Antonio Selva (collega all’Accademia del Disegno del conte Stefano Cansacchi, artefice del Sociale). Nel 1783 la struttura essenziale era eretta, come indica la trabeazione sull’ingresso principale (“HONESTO CIVIUM OBLECTAMENTO”). Del 1823 è la fossa orchestrale, aperta per rispondere alle nuove esigenze dell’opera lirica. Nel 1866 furono realizzati i palchi del proscenio (il teatro dispone di 50 palchi, distribuiti su tre ordini, oltre al loggione). Tra il 1880 e il 1886 furono realizzate le decorazioni e gli affreschi per mano di Domenico Bruschi (attivo, in campo teatrale, anche al Caio Melisso di Spoleto): suoi lo stupendo telone con l’assedio di Amelia da parte del Barbarossa e la volta della sala principale del ridotto, famosa per i maliziosi scherzi prospettici. Ristrutturato tra il 1982 e il 1985 con ingente contributo della Società Teatrale, ha riaperto al pubblico nel dicembre 1995. Il teatro amerino costituisce uno dei rari residui esemplari di teatro settecentesco realizzato interamente in legno, dalle strutture ai meccanismi scenici tuttora perfettamente funzionanti, nel corso della sua storia. Il Teatro, tutt’oggi di proprietà della stessa Società Teatrale sorta per la sua realizzazione, ha ospitato tutte le maggiori opere liriche del repertorio italiano settecentesco ed ottocentesco, con la partecipazione dei più grandi artisti italiani e stranieri, nonché spettacoli di musica sinfonica e cameristica. Da menzionare anche l’ampio palcoscenico, di notevole altezza utilizzato come scenografia per 42 film alcuni celeberrimi come il “Marchese del Grillo” con A. Sordi o il “Pinocchio” di Comencini con N. Manfredi.