Villa romana della Foce
Travocial,
2013-02-27 13:34:03
2013-02-27 13:34:03
I resti della villa romana della Foce si trovano nei pressi del cimitero monumentale di San Remo, vicino allo sbocco a mare del Rio Foce. Il sito era noto dal Seicento, come ci tramandano notizie di eruditi locali. Secondo ipotesi prive di fondamento, cui tuttavia è stato dato credito fino agli inizi del XX secolo, la villa era identificata come Villa Matuciana, nome derivante da un toponimo che ricorda il centro principale di questa zona in epoca romana, verosimilmente da identificarsi con l’area urbana di San Remo.
A seguito della segnalazione dell’Ispettore onorario ing. P. Agosti nel 1925 iniziarono le prime indagini archeologiche ad opera dell’archeologo P. Barocelli, il quale mise in luce alcuni ambienti, correttamente riconosciuti come parte di un impianto termale pertinente a una villa. Altri resti, forse sempre appartenenti a questo stesso edificio, vennero individuati più a ovest, presso il rio San Bernardo, mentre fu solo ipotizzata l’esistenza di resti sommersi della villa. Tre ambienti, quelli che oggi conservano i muri di maggiore altezza erano stati reimpiegati forse già dal XVII secolo per la costruzione di una casa rurale.
Gli scavi e le ricerche sulla villa furono ripresi da N. Lamboglia nel 1937 e proseguirono nel 1962-63 sempre ad opera del Lamboglia dopo che l’area della villa era stata acquisita dal Ministero e dal Comune di San Remo. Venne così demolita la casa rurale e furono portati in luce una serie di altri vani. Più recentemente indagini subacque condotte dalla Soprintendenza hanno permesso di accertare che i presunti ruderi sommersi nel tratto di mare antistante alla villa sono in realtà degli affioramenti rocciosi naturali.
La villa di Foce appartiene con tutta probabilità alla tipologia delle ville marittime, grandi residenze extra-urbane, dislocate in prossimità del mare. Al momento, sono visibili 12 ambienti: l’insieme del bagno (balneum) della villa, destinato all’uso esclusivo del proprietario; gli ambienti di riposo, affacciati sullo spazio aperto antistante, forse trattato a giardino; un vano di servizio connesso al funzionamento delle terme; il cortile scoperto; la latrina. In alcuni ambienti del bagno si conservano vari elementi dell’impianto di riscaldamento. Allo stato attuale della ricerca, è possibile proporre per la villa una datazione iniziale al I secolo d. C. sulla base della tipologia degli impianti di riscaldamento e per i reperti ceramici rinvenuti, dati per altro in accordo con la tecnica in opera cementizia con paramento in blocchetti rettangolari di arenaria e calcare (petit appareil), usata per la costruzione. I reperti ceramici, inoltre, ci testimoniano della continuità di uso di questo edificio sino al V - VI secolo d. C.