Museo della civiltà contadina Istituzione "Villa S
Travocial,
2015-02-12 09:51:49
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Il museo ha perseguito fin dalla sua fondazione l'ambizioso obiettivo di coniugare la ricerca storiografica con l'attività espositiva e didattica propria di un museo modernamente inteso, presentando l'innovazione tecnologica come il risultato di dinamiche sociali e culturali complesse. A differenza della maggior parte dei musei del settore, a Villa Smeraldi le tecniche agrarie e lavorative del passato non sono al primo posto nell'esposizione; l'accento è invece posto sulla storia, all'interno della quale le vicende dell'innovazione si dipanano.Il museo è stato istituito nel 1975. Fin dagli anni Sessanta, un'associazione di contadini ed ex contadini ("Gruppo della stadura") aveva iniziato la raccolta di materiali e suppellettili nelle campagne della zona. L'intervento di studiosi riuniti intorno alla cattedra di Storia Economica di Bologna (il Centro Economia, Società, Tecnologie), nel riconoscere il valore storico e documentale della raccolta, oltre alle sue potenzialità didattiche, favorì la costituzione del museo, che si dette una forma gestionale inedita per quel tempo con l'associazione di enti pubblici e privati. Nel 1998 è stata creata l'Istituzione Villa Smeraldi. Il museo ha sede nel complesso costituito dalla villa ottocentesca e dagli annessi colonici. L'efficacia del museo consiste nella semplicità delle sue coordinate concettuali. Una cornice territoriale precisa: la pianura a nord di Bologna bonificata nel XVIII secolo; un contratto di lavoro: la mezzadria, in vigore per oltre sette secoli, durante i quali modi di vita e di produzione hanno subito scarse modifiche; i sistemi colturali e i prodotti relativi: il grano e la vite e, in modo fortemente specializzato fino al secondo dopoguerra, la canapa. Il tutto viene presentato alla luce del rapporto che legava la campagna alla città. La raccolta ammonta ad oltre cinquemila oggetti, comprendenti attrezzi, grandi macchine, mobili e suppellettili. Il percorso espositivo si è poi arricchito nel tempo di nuove sezioni che documentano lo svolgimento delle attività produttive e il piccolo artigianato legato alle attività del mondo rurale. E' così possibile ripercorrere la storia della frutticoltura industriale bolognese ed emiliano-romagnola e quella dell'apicoltura, conoscere le peculiarità della produzione artigianale locale, approfondire le pratiche d'allevamento del bestiame e le fasi della raccolta e trasformazione del latte. Di particolare interesse, si segnala la visita alla grande cucina contadina, cuore pulsante della casa, ricostruita attraverso testimonianze originali. Esistono una biblioteca storica specializzata (oltre tremila volumi e riviste italiane ed estere), comprendente un consistente numero di opuscoli ereditati dalle Cattedre ambulanti di Agricoltura, ed un ricco Archivio fotografico. Sono presenti stoffe, costumi, tappezzerie, nonché stampe, incisioni e matrici.