Musei civici di arte antica - Palazzina Marfisa
Travocial,
2016-02-26 09:24:13
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Dal 1938 la palazzina di Marfisa d'Este, costruita attorno al 1559 da Francesco D'Este ed ereditata nel 1578 dalla figlia naturale Marfisa, è destinata alla rievocazione museale di una dimora cinquecentesca. Le decorazioni originarie, opera della bottega dei Filippi, vennero in gran parte ridipinte durante i lavori di restauro di inizio Novecento, ciononostante rappresentano la più esplicita testimonianza ferrarese della predilezione in ambito aristocratico per la decorazione a grottesche. Perduti gli arredi originari, le stanze furono arredate con mobili reperiti sul mercato antiquario, molti dei quali provenienti dalla collezione veneziana Donà delle Rose. Oltre ad armadi, cassoni, tavoli e credenze, in prevalenza di età compresa tra il XVI e il XVII secolo, nel museo figurano dipinti e sculture. La decorazione del pavimento originario è documentata da alcune piastrelle di ceramica, esposte nelle vetrine dell'ultima sala. L'ampio giardino, che un tempo collegava l'intero complesso con Palazzo Bonacossi, ospita la Loggia degli Aranci, esempio di pergolato dipinto aperto illusivamente su un finto sfondato.All'interno dell'edificio il ritratto di Marfisa bambina figura di fronte a quello della sorella Bradamante negli affreschi dell'atrio, dovuti a Camillo Filippi che nella seconda metà del XVI secolo eseguì le grottesche sulle volte dell'edificio, in collaborazione con i pittori della sua bottega. A Ferrara la bottega dei Filippi era nel Cinquecento l'officina più accreditata a cui affidarsi per la creazione di ambienti sfarzosi all'interno di palazzi e altri edifici. La decorazione della palazzina rappresenta un eccellente esempio di decorazione a grottesche, che qualifica le nobili dimore cinquecentesche, nelle sue volte si trovano rappresentate scene mitologiche, imprese di Francesco d'Este, festoni vegetali, ritratti. Tra il 1910 e il 1938, fu condotto il restauro pittorico della volte con l’intento di non snaturare il senso delle decorazioni originarie, che vennero in gran parte ridipinte, ad eccezione di quelle dell'atrio, da Giuseppe Mazzolani, Enrico Giberti e Augusto Pagliarini. Tra le sculture presenti, il marmoreo 'Busto di Ercole I d'Este', eseguito per la Porta degli Angeli dal mantovano Sperandio di Bartolomeo Savelli e l'altorilievo in marmo, attribuito alla bottega di Antonio Lombardi, con la 'Madonna in trono col Bambino, S. Giorgio e il committente', forse identificabile con Alfonso I d'Este. Tra le decorazioni che si possono osservare si ricordano gli amorini musicanti che si affacciano dal soffitto dell'antiloggia della Loggia degli Aranci, decorata a paesaggi e scene di caccia e di pesca raffigurate nella Sala della Grotta, un tempo forse adibita a sala della musica.