Teatro Giuseppe Verdi di Ferrara
Travocial,
2016-03-01 09:18:55
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Questo teatro sorge in San Lorenzo sull’area un tempo occupata dal Teatro dell’Accademia degli Intrepidi, quindi dal Teatro degli Obizzi, realizzato da Carlo Pasetti e inaugurato nel 1660 in occasione dell’arrivo a Ferrara del Cardinale Frasone, nuovo Legato, con la Dafne di Pio Enea degli Obizzi. L’antico Teatro degli Obizzi, dopo il 1674, a seguito della morte di Pio Enea, rimase inattivo per alcuni anni e fu distrutto da un incendio nel giugno 1679. Le rovine rimasero in loco fino al primo decennio dell’Ottocento, quando furono prelevate per completare il ponte di San Paolo. L’area così liberata diede luogo alla piazza Nuova, in seguito intitolata a Giuseppe Verdi, su cui sorse l’Arena Tosi Borghi.
Fin dal 1855 il Consiglio della Comunità di Ferrara aveva discusso sulla possibilità di dotare la città di un’arena o teatro diurno stabile, di cui vi era necessità essendo state fino ad allora utilizzate a tale scopo solo sedi provvisorie. L’anno successivo fu approvato il progetto di costruzione di un’arena per pubblici divertimenti diurni presentato da Giulio Tosi Borghi, capomacchinista del Teatro Comunale, che aveva già realizzato in passato un’arena provvisoria. Il 14 giugno 1857, con uno spettacolo dato dalla Compagnia drammatica Chiari, fu inaugurata questa arena, scoperta con platea circolare protetta da una ringhiera e con una loggia. L’anno successivo fu coperta da un velario, in seguito da un vero tetto e dotata di una seconda loggia sorretta da colonne lignee. Un primo radicale restauro fu realizzato tuttavia solo nel 1871, in quell’occasione le colonne in legno furono sostituite con altre in ghisa e due anni dopo fu dotata di un nuovo sipario dipinto da Giuseppe Migliari. Nel 1912 l’Arena fu acquisita, mediante asta pubblica, da nuovi proprietari che affidarono agli ingegneri Faust Finzi e Antonio Mazza, la trasformazione della struttura in un vero e proprio teatro. Furono ampliati il palcoscenico (dotato di spaziosi camerini), la sala e, abbattuta la tradizionale ringhiera, furono eretti palchi e barcacce. La prima galleria fu costruita a sbalzo con parapetto bombato mentre la seconda fu resa più profonda. Il nuovo velario blu e oro era in tinta con le tappezzerie, inoltre fu introdotto un “sipario réclame”. La realizzazione del lucernaio fu affidata al polacco Guido Marussig, le decorazioni in stucco bianco e oro (attualmente non più presenti) furono opera della veneziana Lina Zanetti e del ferrarese Cleonte Chianarelli; dal ridotto si accedeva ad un nuovo caffè e ad un elegante fumoir.
Il nuovo teatro fu intitolato a Giuseppe Verdi, di cui ricorreva il centenario della nascita, e inaugurato con la messa in scena di Aida il 13 maggio 1913. Assai attivo fino alla seconda guerra mondiale è andato poi inesorabilmente in disuso fino alla definitiva chiusura dopo essere stato utilizzato per qualche tempo come sala cinematografica e per l’avanspettacolo.
Negli anni Novanta il Comune di Ferrara lo ha acquistato avviando un complesso progetto di restauro allo scopo di riconvertirlo in auditorium, sulla base di indicazioni suggerite dal maestro Claudio Abbado. Attualmente è stato realizzato il consolidamento strutturale.
(Lidia Bortolotti)