Teatro sociale di Finale Emilia
Travocial,
2012-06-14 06:08:46
2012-06-14 06:08:46
Lo storico Cesare Frassoni, nelle sue Memorie del Finale di Lombardia del 1788, ricorda come in questo paese fosse viva la tradizione teatrale menzionando due teatri. Il primo, sorto nel 1577 sotto il nobile cavaliere ferrarese Podestà Curioni, fu chiamato il Balladuro perché costruito nello stesso luogo che serviva per le pubbliche danze popolari. il secondo teatro venne formato per la gioventù nobile e costruito nella zona del Torraccio contiguo all'Alta Rocca. Nel 1737 si inaugurò un nuovo teatro Grillengoni posto di fronte alla Rocca. Questo teatro fu abbattuto nel 1899 e oggi rimane solo la facciata neoclassica incorporata in un gruppo di abitazioni. Nell'Ottobre del 1905, la costituita Società per l'erezione di un Teatro Sociale in Finale Emilia deliberà di affidare il progetto allo Studio di Ingegneria e Architettura Giorgi e Rognoni di Modena. I lavori iniziarono nel 1907 e terminarono nel 1910; nell'Ottobre di questo anno fu inaugurato portando in scena la Manon di Puccini. Il teatro si erge quasi di fronte al vecchio teatro settecentesco e presenta una facciata a tre corpi di cui due laterali più bassi ed aggettanti sormontati da timpani ricurvi di stile liberty come le decorazioni (secondo il modello dello Storchi di Modena). Dall'Atrio rettangolare, si accede con due scale alle gallerie ed ai palchi e alla platea a forma di ferro di cavallo. La soluzione di un progetto a tipologia mista, a lungo contestato dal Comitato, propone un compromesso tra la tradizione italiana, ma soprattutto emiliana, del teatro a palchetti e l'innovazione alla francese della galleria a balconata continua. In effetti, appena sopraelevata sulla platea, vi è la galleria con posti gradonati nel settore principale mentre nelle parti convergenti verso il palcoscenico si suddivide in palchetti con divisori molto bassi. Soprastante a questa, è situato un ordine di palchetti in numero di ventuno (dieci per ogni ala più quello centrale che è doppio) e altri palchetti di proscenio. Infine una seconda galleria che nella parte centrale contiene sette file di posti gradonati. Motivi floreali incorniciano le balaustre ed i soffitti dei palchi sono decorati con serti di rose. Una grande balaustra policroma dipinta a trompe-l'oeil percorre tutta la fascia esterna del soffitto ed una cornice anch'essa dipinta circonda il lucernario. Il palcoscenico è dotato di sottopalco sostenuto da colonne di legno, di retropalco con porta che si apre sul fondo e otto camerini per gli attori. Il teatro che ospitò per lungo tempo importanti manifestazioni di opere liriche, prosa e operetta, nel dopoguerra fu destinata a sala cinematografica sempre più scadendo sino a ridursi nel 1979 cinema 'a luci rosse.' negli anni ottanta ebbe ancora una breve stagione teatrale che fin" nel 1984 quando è stato dichiarato dichiarato inagibile.
Alla metà degli anni Novanta era ancora in parte di proprietà degli eredi della "Società per l'erezione di un Teatro Sociale in Finale Emilia" che peraltro non disponeva di risorse per il restauro dell'edificio ed espresse di conseguenza la volontà di cedere al Comune le proprie quote. Completata la transazione il Comune ne ha ha avviato rapidamente il recupero affidandone il progetto ad Artistudio di Sassuolo. Il teatro è stato nuovamente inaugurato il 20 gennaio 1996. L'intervento, reso certamente più agile da una situazione strutturale non particolarmente compromessa, ha riguardato, oltre che la messa a norma di impianti e servizi, il rifacimento delle infrastrutture più danneggiate quali platea e palcoscenico (quest'ultimo risultava infatti inidoneo a sopportare i carichi di un palco di discrete dimensioni) e il rinnovo degli arredi al fine di renderli omologabili. Il ripristino dei paramenti murari esterni ha completato il recupero.
(Caterina Spada - Lidia Bortolotti)