Museo del castello di Bagnara di Romagna
Travocial,
2015-02-12 13:50:25
2015-02-12 13:50:25
Il Museo del Castello si dipana negli spazi e negli ambienti della rocca trecentesca restituiti alla fruizione pubblica dopo il trasferimento del municipio e il recupero integrale a fini museali e culturali di questo importante complesso architettonico, divenuto lo spazio scenico di una rivisitazione storica che dalle origini del territorio bagnarese giunge sino all’età moderna. Il percorso museale si snoda in due sezioni. Nella prima, dedicata a “Il territorio di Bagnara e della bassa Romagna”, si apre uno squarcio sulla quotidianità e sull’organizzazione residenziale e produttiva a partire dall’epoca pre-protostorica, attraverso la dominazione romana, sino al primo Medioevo, quando l’erezione di un villaggio protetto da fossato e palizzate - il castrum di Prati di S. Andrea - sancisce l’atto di nascita di Bagnara antica, abbandonata nel XIII secolo. La sezione si chiude con un’immagine dello scenario medievale che, di lì a poco, vedrà la nascita della nuova Bagnara. La seconda sezione, collocata nel mastio centrale, ricostruisce “La storia del Castello di Bagnara di Romagna”, ne delinea vicende e trasformazioni nel tempo, fornendo così le basi per comprendere l’importante fenomeno dell’incastellamento nella bassa Romagna.Il primo percorso museale si sviluppa nelle sale del primo piano che, dopo la dismissione degli usi militari della rocca, furono adibite a funzioni abitative. L’evoluzione dell’insediamento antico nell’area bagnarese, le caratteristiche del popolamento, le diverse tipologie costruttive avvicendatesi nel tempo sono analizzate e descritte sino alle soglie dell’Età Moderna, attraverso una serie di materiali archeologici che afferiscono al Neolitico, all’età del Bronzo, al periodo romano e al lungo periodo fra il tardoantico e l’Alto medioevo. Alla fine dell’Alto Medioevo, tra X e XI secolo, in coincidenza con la nascita di numerosi castelli, il territorio della Pianura padana è punteggiato da villaggi fortificati, composti da edifici in legno protetti da fossati e palizzate. I loro resti sono indiziati da rialzi artificiali di terreno, conosciuti con il nome di “motte”, che si ergono con debole rilievo sulle superfici agricole. Grazie ad informazioni, immagini e reperti si rivisita la nascita di Bagnara, risalente con certezza alla motta dei Prati di Sant’Andrea. Indagato con scavi regolari dal 2005, questo sito costituisce appunto il luogo di origine della più antica comunità di Bagnara e deve aver rappresentato il centro altomedievale e medievale più importante del territorio. Durante la prima fase di vita, un fossato rinforzato da grossi pali in legno difendeva l’abitato, esteso per circa 6900 mq. d’estensione., che includeva abitazioni lignee e piccole botteghe artigianali, per la lavorazione del metallo, del vetro e della ceramica, che provvedevano al fabbisogno di strumenti, attrezzi e suppellettili degli abitanti. Imboccati, a partire da settentrione, gli eleganti loggiati costruiti sulle cortine murarie si accede direttamente al mastio, ove si snoda il secondo itinerario museale che ripercorre per intero la storia del castello di Bagnara, vale a dire l’intero sistema difensivo imperniato sulla maestosa rocca, la cinta muraria, la porta civica, i terragli. Salendo la magnifica scala a chiocciola, realizzata in monoliti arenaria, si visitano accompagnati dagli operatori museali i diversi piani del mastio, uno dei quali fu anche adibito a carcere, e si giunge alla terrazza panoramica che domina la campagna circostante. Dalla corte si ha anche accesso al sotterraneo, un ampio e suggestivo ambiente voltato, sottostante le sale del palazzo, al cui fondo si apre un’area archeologica. Qui sono stati messi in in luce un elemento murario riferibile alla prima fase di edificazione della fortezza e due cavità a copertura voltata per la raccolta dell’acqua piovana, successivamente riutilizzate come discarica di rifiuti. Da tali immondezzai provengono gli oggetti per la mensa e la cucina esposti nella vetrina databili al XVI secolo. Un’altra indagine condotta nell’area del fossato ha consentito di recuperare calici e bicchieri in vetro del medesimo periodo. Risalendo la scalinata sulla destra della corte, si raggiunge la sala ricavata dalla copertura del torrione visconteo per visitare una piccola ma interessante collezione storico-artistica. comprendente una terracotta maiolicata del 1770 e alcuni dipinti di scuola emiliana risalenti al XVI, XVII e XVIII sec.