Museo nazionale d'arte medievale e moderna
Travocial,
2016-06-13 13:39:25
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Il Museo ha sede nello storico palazzo Bruni Ciocchi, uno dei più bei palazzi rinascimentali della città, posto nella zona di San Lorentino, quartiere di Porta del Foro.L’edificio fu costruito alla metà del Quattrocento per volere di Donato Bruni, figlio del celebre umanista Leonardo, cancelliere della Repubblica fiorentina, su precedenti insediamenti trecenteschi della famiglia ghibellina degli Accolti. Venne poi acquisito dalla famiglia Ciocchi dal Monte, di Monte San Savino, e fu probabile sede cittadina del cardinale Giovan Maria Dal Monte, poi divenuto papa con il nome di Giulio III. A partire dal Seicento ne divennero proprietari i conti Barbolani di Montauto, originari della Valtiberina, che lo ristrutturarono facendo costruire lo scalone monumentale, la galleria e il grande salone.Dal 1816 il palazzo passò al Governo toscano che lo adibì ai Monopoli di Stato, facendone un deposito di vari generi, soprattutto sale, e collocandovi gli uffici della dogana, per questo è conosciuto anche come “Palazzo della Dogana”.L'edificio, oggi di proprietà statale, si sviluppa su tre piani intorno a un grande cortile porticato su tre lati con eleganti colonne di pietra serena, per il quale si è fatto il nome di Bernardo Rossellino, attivo ad Arezzo nel 1434, ma i cui riferimenti stilistici sono più conformi all'architettura del Brunelleschi. Sul retro del palazzo, posto a livello del primo piano, è invece un giardino pensile di ispirazione rinascimentale.Il Museo Nazionale d'Arte Medievale e Moderna può essere considerato tra i più interessanti della Toscana per ricchezza e varietà di opere che, rispecchiando l'unione di più raccolte e collezioni d'arte di diversa formazione e provenienza, testimoniano al massimo grado la storia culturale e lo sviluppo artistico di Arezzo.Il Museo nasce nel 1958, a seguito di una convenzione stipulata tra il Ministero della Pubblica Istruzione, che allora includeva le “Belle Arti”, e il Comune di Arezzo risolvendo annose questioni di gestione delle collezioni della pinacoteca comunale. Queste stesse collezioni derivavano, tra l'altro, dalla soppressione degli Ordini religiosi voluta dallo Stato dopo l'Unità d'Italia, dal collezionismo antiquariale ed erudito aretino del Bartolini, del Funghini e del Fossombroni, dalle raccolte Bacci, Rossi e Subiano, confluite nel patrimonio artistico della Fraternita dei Laici, istituzione civile e religiosa cittadina fondata nel 1262, che le aveva affidate in perpetuo al Comune dal 1934, e che già nell'Ottocento per merito del naturalista Marcantonio Fabroni, aveva fondato un proprio Museo.A tali nuclei collezionistici vennero ad aggiungersi, oltre a quelle provenienti dal territorio, opere dai depositi dalle Gallerie fiorentine già dagli anni Trenta e poi successivamente nei Cinquanta, anni in cui sempre, con opere provenienti da Firenze, era stato realizzato l'allestimento della quadreria del Museo Statale di Casa Vasari. Nel 1964 il persorso museale si arricchisce della Collezione Salmi, per volere dell'illustre storico dell'arte aretino, a cui fa seguito nel 2010 una nuova donazione voluta dalla figlia.Dopo i pesanti bombardamenti della seconda guerra mondiale al Palazzo Pretorio, dove era allora alloggiata la pinacoteca comunale, con gravi perdite di opere, le collezioni trovano posto nel Palazzo Bruni Ciocchi, restaurato ed allestito a cura delle Soprintendenze ai Monumenti e alle Gallerie di Firenze, poi con l'istituzione nel 1967 passa alla Soprintendenza aretina e infine, con l'ultima riforma ministeriale, entra a far parte del Polo Museale Regionale della Toscana.La prima domenica di ogni mese e il sabato precedente apertura continuata dalle 8.30 alle 19.30