Museo delle Arti e Tradizioni Popolari dell’Alta V
Travocial,
2016-05-30 13:08:33
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Palazzo Taglieschi, sede del Museo Statale delle Arti e Tradizioni Popolari dell’Alta Valle del Tevere, sorge nel cuore del quartiere detto “del Borghetto”. L’edificio, dalle forme sobriamente rinascimentali, è il risultato dell’accorpamento di preesistenti case a torre d'impianto medievale, avvenuto intorno alla metà del Quattrocento per volere della nobile famiglia anghiarese dei Taglieschi e ben visibile attraverso una serie di stratificazioni edilizie, tuttora presenti.Dopo aver accolto le famiglie più bisognose di Anghiari nel secondo Dopoguerra del Novecento, fu ristrutturato con l'intento di ricreare l’atmosfera di una casa rinascimentale, caratterizzata dalla presenza di caminetti e portali in pietra, ed infine trasformato in museo, secondo il volere dell'allora proprietario, il sacerdote ed erudito Don Nilo Conti, che con questo scopo lo aveva donato allo Stato nel 1959 con lascito testamentario.Le collezioniIl percorso museale si articola in circa venti sale disposte su quattro livelli, in una movimentata e insolita successione di ambienti che si conclude in una loggia vetrata con vista dall'alto sul borgo di Anghiari.Caratteristica peculiare dell'esposizione è proprio quella di affiancare alle opere maggiori un’ampia raccolta di oggetti legati alla vita e alle tradizioni popolari della zona, d’uso domestico e agricolo.Attraverso frammenti scultorei e affreschi staccati, al piano terreno si documentano alcuni aspetti della storia della Valtiberina. Il piano nobile è dedicato alla scultura lignea e alle robbiane e conserva il capolavoro del Museo, la Madonna con Bambino di Jacopo della Quercia (1420). Degno di nota è l’organo positivo da tavolo della prima metà del Cinquecento, unico nel suo genere e ancora funzionante.Il terzo piano espone una collezione di armi anghiaresi, famose per la ricchezza delle decorazioni, e dipinti del Cinquecento e Seicento (Giovanni Antonio Sogliani, Matteo Rosselli, Jacopo Vignali, Giovan Battista Ghidoni).Singolare la raccolta di Madonnine agghindate che, unite alla collezione di don Nilo Conti, ricca di ex voto e carte gloria, ricostruisce alcuni aspetti della devozione popolare.