Museo provinciale campano
Travocial,
2012-02-26 08:02:43
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Il Museo, di proprietà della Provincia di Caserta, fu fondato nel 1870, dal grande archeologo, storico e paleografo Gabriele Iannelli e fu ritenuto da Amedeo Maiuri “il più significativo della civiltà italica della Campania”. Ha sede nel quattrocentesco Palazzo Antignano, considerato un raffinato esempio dell’architettura civile catalana. La costruzione originaria del Palazzo risale probabilmente al IX secolo, cioè all’epoca della fondazione della Capua longobarda. La trasformazione definitiva del palazzo e l’ampliamento dello stesso mediante la costruzione di un cavalcavia è attestato dal “Regesto della Cancelleria Aragonese” dove si legge che Alfonso I d’Aragona nel 1453 “ratifica e conferma a Francesco Antignano la licenza di costruire una lamia vicino alle pareti del sedile chiamato degli Antignano in Capua”. Raccoglie preziose collezioni archeologiche, medievali e moderne: - la collezione delle Mater Matutae - statue votive in tufo che vanno dal VII al I secolo a.C.; - la ricca collezione di vasi, dai protostorici della civiltà del ferro a quelli etruschi di bucchero, dai vasi greci (protocorinzi, corinzi, attici del V secolo a.C.) a quelli italioti tra cui i campani: quelli raffiguranti “Il supplizio di Issione”, “Il rapimento di Orizia”, “Aiace e Cassandra”; - le terrecotte architettoniche, votive e figurate.
Di notevole interesse sono le Tanagrine, figurine femminili del periodo ellenistico, oltre le terrecotte riproducenti teste, animali, fiori, frutti e parti del corpo umano (offerte votive alle divinità); - le collezioni dei bronzi, delle monete e delle medaglie; - la raccolta di epigrafi dell’agro campano tra cui un miliario della Via Appia datato dall’Imperatore Costantino Pio con aggiunta di dedica a Valente e Valentiniano; - l’iscrizione della Colonia Iulia (documento epigrafico di grande interesse storico) - i mosaici provenienti da S. Angelo in Formis raffigurante un “coro sacro”, “una scena di banchetto” e quello proveniente da Nola con “una scena di lotta tra un serpente ed un aquila”; - notevoli le sculture della Porta di Federico II: il busto dell’Imperatore, di Pier della Vigna, di Taddeo da Sessa, della Capua Fidelis, di Zeus e le antefisse che decoravano il basamento delle torri ai lati della Porta; - le sculture rinascimentali tra le quali la pietra tombale di Rinaldo Fieramosca (padre di Ettore), della Madre Badessa Maria Cristina Ferrero del Monastero di S. Maria delle Dame Monache, la scultura di S. Giovanni Battista, l’altorilievo raffigurante “La Madonna delle Grazie”, i “Prigioni” del Caccavello. Vi è un’importante Pinacoteca con opere che vanno dal XIII al XVIII secolo, tra cui un Crocifisso ligneo, una tavola raffigurante l’“Ecce Homo” di Bartolomeo Vivarini, il “Polittico della Croce” di Cristoforo Scacco, le “Nozze mistiche di S. Caterina” di scuola caravaggesca, un cospicuo numero di opere di Francesco Liani, un affresco del 1290 raffigurante “l’Ascensione di Cristo” e due sculture lignee raffiguranti l’Immacolata Concezione e S.Cristoforo.
Con il recupero di alcune sale sono state allestite: la Sala Borbone con i ritratti della Casa Reale di Napoli; la Sala Liani, dedicata al pittore Francesco Liani; la Sala Savoia con i ritratti della Famiglia Reale di Savoia.
Di rilevante importanza l’Archivio Storico con documenti riguardanti le vicende, il patrimonio monumentale ed i personaggi più rappresentativi della Città e della Provincia e la Biblioteca ricca di circa 70.000 volumi a stampa e preziosi manoscritti.