Sala Espositiva presso il Castello Ducale di Sessa
Travocial,
2016-06-01 13:10:36
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La sala espositiva presso il Castello Ducale di Sessa Aurunca (CE) è gestita dalla Soprintendenza Archeologia della Campania con proprio personale. Vi sono ospitati, in un unico ambiente, una piccola parte dei reperti archeologici provenienti dagli scavi condotti dalla Soprintendenza tra il 1999 e il 2003 nell’area del Teatro Romano della città, uno dei più grandi e fastosi dell’Italia romana. I materiali, prevalentemente marmorei, si distinguono per la loro conservazione e altissima qualità. Si tratta, infatti, di statue appartenenti alla galleria celebrativa d’età Antonina che decorava il frontescena del teatro. Oltrepassato l’ingresso, sul fondo della sala, colpisce l’imponente statua bicolore rappresentante Matidia Minore, cognata dell’imperatore Adriano, benefattrice della città e artefice del restauro del teatro d’età augustea. La statua è formata da due tipi diversi di marmi: grigio per la lunga veste e bianco per il ritratto e le altre parti nude del corpo. Matidia è rappresentata con il panneggio svolazzante e gonfiato dal vento come una divina Aura che si manifestava al popolo apparendo al centro dell’edificio scenico. Si tratta non solo di un capolavoro assoluto dell’arte romana, frutto del lavoro di officine orientali impegnate per la casa imperiale, ma anche della statua policroma rappresentante un personaggio della famiglia imperiale più completa pervenutaci e del primo ritratto noto di Matidia Minore. Seguono le statue loricate di Adriano e di un altro imperatore, acefalo, in cui forse si deve riconoscere Antonino Pio; il busto bellissimo di Sabina Augusta, moglie di Adriano, quello di Salonia Matidia, madre della Minore e due torsi femminili acefali di grande pregio rappresentanti due ignoti membri della casa imperiale. Lungo le pareti laterali della sala sono invece ospitate alcune sculture provenienti dagli edifici adiacenti al frontescena del teatro: sulla parete sinistra rispetto all’ingresso, giganteggia la testa colossale di Livia Augusta, proveniente dal sacello imperiale posto sulla sommità delle gradinate; la statua che rappresenta il dio Nilo sdraiato e circondato dai puttini, che decorava il ninfeo della basilica meridionale e alcuni capitelli corinzi e ionici provenienti dai portici e dall’edificio scenico. Sulla parete destra rispetto all’ingresso, è visibile la parte inferiore di una Venere Marina, proveniente anch’essa dal suddetto ninfeo, un satiro sdraiato, che ornava il proscenio del teatro e la statua di un fauno preveniente dalla basilica settentrionale del teatro. Lungo la parete opposta a quella ove è collocata la statua di Matidia, è visibile l’iscrizione monumentale che testimonia i restauri compiuti nel teatro (II sec. d. C.), alcuni elementi architettonici provenienti dalle decorazioni marmoree e il ritratto colossale di Drusilla Panthea, sorella divinizzata di Caligola. Infine, alle pareti sono affissi alcuni pannelli con lacerti delle decorazioni pittoriche rinvenute durante gli scavi, mentre nella parte centrale della sala vi è uno splendido mosaico a tessere bianche e nere d’età augustea con emblema centrale in opus sectile di marmi policromi proveniente dallo scavo di una domus suburbana effettuato nel 2003.