Museo della Badia di Cava dei Tirreni
Travocial,
2016-04-05 14:04:15
2016-04-05 14:04:15
La splendida sala del sec. XIII adibita a museo - appartenente all’antico Palatium della fine del XIII secolo, riservato agli ospiti - è stata scoperta dopo la seconda guerra mondiale, grazie ad un saggio fortuito che rilevò l’esistenza di un capitello sulle pareti e, successivamente, delle colonne e di tutta la struttura della sala. La volta è stata rifatta perché irreparabilmente lesionata, ma tutto il resto conserva la sua originalità. Sorto negli anni ’60 del secolo scorso ed attualmente in corso di riallestimento, il museo ha accresciuto negli anni la sua collezione ed oggi custodisce manufatti di pregevole valore artistico, come lo splendido polittico di scuola raffaellesca, commissionato per l’altare maggiore della basilica dell’abbazia, in passato ritenuto opera di Andrea Sabatini da Salerno ed attualmente quasi unanimemente attribuito al lombardo Cesare da Sesto. Significativa è la campionatura di protomi, anfore, sarcofagi romani e frammenti di sculture medioevali della prima sala, alle quali seguono le preziose pitture tre-quattrocentesche di scuola toscana, i rilievi eseguiti dalla bottega di Tino di Camaino, una statua lignea bassomedioevale raffigurante una Madonna con Bambino, ed un’ampia raccolta di dipinti su tavola del Cinquecento. Tra questi ultimi si segnalano le opere di Girolamo da Salerno, pittore di fiducia della badia e collaboratore di Cesare da Sesto; i dipinti di Severo Ierace, cognato di Andrea Sabatini da Salerno; la pala realizzata da Agostino Tesauro per la chiesa di San Cesareo, e il tondo eseguito da Francesco Penni su disegno di Raffaello. Le opere del Sei e del Settecento sono presenti in discreto numero e rappresentano significative manifestazioni di pittura naturalistica, classicistica e barocca, come i dipinti di Giacinto Diano e Carlo Maratta. Il museo custodisce anche un nutrito corpus di opere in metallo, porcellana, avorio e ceramica, di epoche e botteghe diverse, come le croci astili in argento, una pregevole campionatura di piatti di botteghe abruzzesi del secolo XVIII, mattonelle maiolicate di manifattura napoletana e preziosi paramenti liturgici. Splendida è la cassetta eburnea con figure di guerrieri di fattura quattrocentesca circondate da elementi a girali vegetali. Una carta nautica del XIV secolo e alcuni corali, sistemati in due bacheche, forniscono solo un saggio del prezioso materiale cartaceo e pergamenaceo che la Badia custodisce nel ricchissimo archivio.