Museo della civiltà contadina di Todi
Travocial,
2012-06-19 06:36:58
2012-06-19 06:36:58
Il museo si trova a Bodoglie Alte, a pochi chilometri dal centro di Todi.
Visitabile dal 1987, il Museo di Bodoglie è sorto grazie all’iniziativa di Tersilio Foglietti, ex mezzadro, e poi imprenditore nel settore dei mobili, che ha riversato la sua esperienza di contadino in una trentennale, appassionata ricerca di utensili, attrezzi e macchinari in grado di rappresentare la più tipica civiltà rurale umbra.
Il Museo occupa gli spazi di una costruzione un tempo adibita a fienile, secondo una suddivisione tematica che riflette la tipica distribuzione degli ambienti di una casa contadina.Il Museo occupa gli spazi di una costruzione un tempo adibita a fienile, secondo una suddivisione tematica che riflette la tipica distribuzione degli ambienti di una casa contadina.
Il percorso prende avvio dalla cucina, che ospita l’insaccatrice – tradizionale utensile per la lavorazione delle salsicce –, il lavandino, la “madia” per impastare il pane e la “battilarda”, un tagliere che serviva a tritare il lardo, poi utilizzato per insaporire i cibi e persino per la preparazione del sapone.
Nella camera da letto sono stati collocati un letto, con un materasso riempito di foglie di granturco, il “prete” che serviva a scaldarlo e il “girello” per i bambini. Accanto a quest’ultima, la sala dedicata alle attività di tessitura e filatura ospita un pregevole telaio ligneo perfettamente conservato.
La sala più ampia raccoglie attrezzi per il lavoro dei campi e per le attività artigianali: gli ingegnosi aratri “voltaorecchio” (così definiti perché in grado di rivoltare la terra a destra o a sinistra, a seconda delle necessità, rispetto alla direzione di avanzamento), le selezionatrici e le macine per il grano, nonché utensili da falegname e da “ciabattino”. Vi sono inoltre sistemate numerose “misure” agricole come il sacco, lo staio per prodotti grezzi (olive, cereali), la coppa, il boccale, la foglietta per i prodotti lavorati (olio, farina).
Nell’aia antistante la struttura, numerosi trattori, tra cui un Ford del 1917 e uno marca Fiat del 1918, testimoniano il passaggio da un’agricoltura condotta con sistemi manuali ad una di tipo meccanizzato.