Villa Fabri
Travocial,
2016-03-01 10:42:18
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Completamente incorniciata dal tipico paesaggio umbro degli ulivi, dominante lungo i dolci declivi tra Assisi e Spoleto, la cinquecentesca Villa Fabri è ubicata a metà collina, appena fuori la Porta del Lago, a Trevi.
Fu Girolamo Fabri a ordinarne la costruzione alla fine del Cinquecento "per sollievo della sua vecchiaia, a gioia dei posteri e del paese". Nel 1891 fu acquistata dal Collegio Boemo e successivamente passò al Collegio Etiopico. Nel 2000, con l'acquisto da parte del Comune di Trevi, la storia della villa cambia. E' anche in seguito alla recente "affiliazione" alla rete europea dei Giardini (European Gardens Heritage Network-EGHN) che la villa diviene sede della Rete Regionale Ville, Parchi e Giardini dell'Osservatorio per la biodiversità e il paesaggio rurale.
Il palazzo prende forma nel corpo principale e nell'ala aggiunta dai boemi. Il piano nobile è riconoscibile dai tre arconi centrali e dalle finestre a edicola. Le facciate sono finemente decorate da graffiti che rappresentano figure di angeli e santi boemi e, sul lato nord, da alcune città della Boemia. Tali decorazioni risalgono al periodo tra il 1912 e il 1914 e sono opera di B. Cila e dell'abate benedettino Pantaleo Mayor.
Curato è anche l'interno della villa, che custodisce sin dall'atrio più di una sala dipinta, luoghi suggestivi e ricchi di figure allegoriche, e una cappella, anch'essa opera del Cila e dell'abate Pantaleo Mayor, che rappresenta un interessante e pressoché unico esempio italiano della scuola del Beuron, movimento artistico svedese sviluppatosi nella metà del XIX secolo ed ispirato a modelli pittorici egizi, greci, romani e bizantini.
Il giardino della villa è organizzato su tre terrazzamenti erbosi. Li incornicia a sud-est una vasta area coltivata ad olivi (detta, appunto la "chiusa") da cui viene prodotto olio extravergine. Ed è proprio da sud-est che si può ammirare la facciata più suggestiva e imponente del complesso con, in particolare, la doppia scalinata in pietra tra il secondo e il terzo livello, con ninfeo a tre nicchioni, di cui quello centrale impreziosito da telamoni lapidei.