Museo dell’opera dell’area Castello
Travocial,
2013-03-18 11:18:38
2013-03-18 11:18:38
Il sito-monumento impropriamente definito Castello di Sant’Angelo dei Lombardi si è in questi decenni ricomposto con nitida evidenza e offre ai visitatori una pagina forse insospettabile della storia irpina, medievale e moderna. Prima del terremoto del 1980, si sviluppava intorno ad un cortile trapezoidale con tre archi a tutto sesto dai quali si accedeva agli ambienti del primo livello; l’impianto tipologico era il risultato delle numerose e frequenti trasformazioni succedutesi nel tempo sull’antica residenza dei Caracciolo del Sole, poi degli Imperiale: erano riconoscibili un loggiato, una scala con balaustrata scolpita e la cavallerizza risalenti al XVI secolo. Una lapide posta a sinistra del portale d’ingresso, andata distrutta con il crollo della parte centrale del lato meridionale del castello, ricordava i lavori di ampliamento e trasformazione risalenti al XVIII secolo. Dal 1862 il fortilizio fu destinato a carcere e tribunale, funzione che conservò fino al sisma del 1980 quando crollarono il piano superiore, il corpo di fabbrica sul lato est e parte del lato meridionale.
Tra il 1987 ed il 1992, sono state realizzate opere mirate a garantire la sicurezza e la conservazione del sito nonché la conoscenza approfondita e completa dell’intero organismo strutturale e delle preesistenze d’interesse storico-artistico, architettonico ed archeologico. In particolare dalle indagini archeologiche dirette da Marcello Rotili sono emerse nelle immediate adiacenze del donjon - la grande torre attrezzata per la difesa costruita nel punto più alto del colle (quota 888m. s.l.m.) - le strutture dell’antica cattedrale di Sant’Angelo dei Lombardi (XI secolo) completamente inglobate nell’ala sud-ovest del castello, quasi del tutto crollata, e altri elementi presenti sotto il piano di calpestio del cortile. Durante lo smontaggio di una parte della facciata ovest del castello sono stati, successivamente, scoperti due portali e la parete di fondo della chiesa. Contemporaneamente agli scavi, sono stati effettuati lavori di restauro sul corpo della cavallerizza, sulla torre e sul loggiato che studi recentissimi inducono a leggere come testimonianza residua di un antico sedile. Alla fase di lavori appena descritti, dopo un’interruzione durata alcuni anni per l’indisponibilità di fondi, ha fatto seguito un ulteriore consistente intervento di restauro che ha portato a completamento il recupero strutturale della torre, della cavallerizza e della chiesa romanica. Si sono, poi, realizzati gli impianti tecnologici e le finiture esterne ed interne, nonché gli interventi necessari alla prevenzione ed all’arresto del degrado e alla creazione di idonei percorsi di visita agli edifici recuperati e le sistemazioni esterne.
L’indagine stratigrafica ha restituito, in termini di resti della cultura materiale, una rilevante quantità di reperti, soprattutto ceramici nonché oggetti in metallo, vetro, osso, pietra, terracotta, laterizi, tegole, monete, intonaci e reperti antropici.