Musei di Palazzo dei Pio: Museo monumento al depor
Travocial,
2016-02-26 09:29:59
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L'esistenza di questo museo a Carpi è dovuta alla presenza nella frazione di Fossoli, dal 1943 al 1944, di un campo di raccolta e di concentramento di prigionieri destinati alla deportazione. Sulle pareti vi sono graffiti di Picasso, Guttuso, Léger e Cagli. Il museo raccoglie inoltre oggetti, messaggi e lettere dei deportati. Nel cortile esterno sono collocate 16 stele sulle quali sono incisi i nomi di alcuni campi di concentramento nazisti.II Museo Monumento è stato inaugurato a conclusione di un impegno assunto dal Comune già negli anni dell'immediato dopoguerra per onorare il ricordo delle vittime delle deportazioni nazifasciste. Infatti, a pochi chilometri dalla città, nella frazione di Fossoli, si trovava un campo di raccolta e transito degli italiani destinati a campi di sterminio. Il museo è situato in un'ala del pian terreno del Castello dei Pio. E' stato progettato (dopo un concorso internazionale) dallo studio dell'architetto Ludovico Belgiojoso (anch'esso internato) in una forma che "tende a creare - sono parole sue - un'emozione ancora valida a molti anni di distanza". Pochi gli oggetti, collocati al centro di ciascuna sala, scelti da Lica e Albe Steiner per la forza della loro capacità evocativa delle condizioni di vita nei campi di concentramento. Il Museo Monumento al Deportato è stato inaugurato nel 1973, ma la sua gestazione risale all’immediato secondo dopoguerra affinché rimanesse viva la memoria del sacrificio umano degli ebrei e dei combattenti durante la II Guerra Mondiale nel vicino Campo di Fossoli. Il progetto del Museo veniva espletato dal gruppo BBPR, ossia Belgioioso, Banfi, Peressutti e Rogers, in collaborazione con Renato Guttuso; la motivazione dell’assegnazione dei lavori a questo gruppo d’architetti veniva individuata, dall’amministrazione e dal comitato promotore, nella capacità di aver saputo concepire un museo privo di facile retorica e banali simbolismi. Collocato al piano terra del Castello, esso si sviluppa lungo tredici ambienti, alcuni dei quali affrescati con pertinenza al tema della pace e della Resistenza, commemorando i deportati, da Pablo Picasso, Emilio Longoni, Corrado Cagli, Fernand Legér e Renato Guttuso; e ai quali si alternano suggestivi e toccanti pensieri dei condannati a morte della Resistenza europea che, attraverso il graffito, sensibilizzano civilmente alla pace. Nel 1999 il figlio del pittore milanese Aldo Carpi, lo scrittore Pinin, ha donato al Museo 150 opere del padre che ha vissuto e riportato visivamente le tragedie delle due guerre mondiali; in particolare Il diario di Gunsen, ritratti a disegno densi di pathos redatti con sintetico realismo fotografico, che narrano l’orrore prodotto dai lager nazisti negli uomini. L’attività espositiva del Museo è indirizzata verso la continuità della memoria delle atrocità naziste quale memento e monito affinché non si possano riperpetrare nuovamente altre crudeltà; qui sono spesso realizzate mostre documentarie od artistiche, che abbiano uno stretto legame con la Resistenza, il sacrificio ebraico dell’Olocausto, della prigionia e delle distruzioni provocate dalla guerra come Monumenti in guerra 1943-45, gli alleati e i danni al patrimonio culturale in Emilia Romagna. Il percorso espositivo si chiude con la Sala dei nomi: sui muri e sulle volte sono incisi, come nella sinagoga di Praga, i nomi di quattordicimila deportati italiani nei campi di concentramento nazisti. Nel cortile del museo i nomi di alcuni campi di concentramento nazisti sono incisi su sedici stele polidirezionate, alte sei metri, in forma di lapidi funerarie. Nel 1984 il comune di Carpi ha ottenuto dallo Stato la concessione dell'area dell'ex campo di Fossoli. In attesa dell'attuazione di un progetto di recupero del sito, è possibile visitare quanto rimane delle baracche, utilizzate fino agli anni Sessanta, occupate prima dalla comunità di Nomadelfia e poi dai profughi giuliani e dalmati.