Teatro comunale di Carpi
Travocial,
2016-03-01 08:28:28
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I palchettisti del Teatro Vecchio costituirono nel 1848 una società per poter raggiungere la somma, che il governo centrale si era rifiutato più volte di concedere, necessaria alla costruzione di un nuovo teatro. La Società che con rogito del 1856 si era impegnata ad assumersi l'onere delle spese, incaricò Claudio Rossi, professore della scuola di disegno, esponente con Cesare Costa della corrente neoclassica modenese. Rossi presentò due progetti. La commissione scelse il progetto più tradizionale "in linea col teatro-tempio consueta ai primi dell'Ottocento (si pensi al Regio di Parma)" (Bondoni in Teatri, 1982, p. 203). Venne scartato il disegno più sperimentale eclettico di gusto neorinascimentale. Per la costruzione del nuovo edificio non si volle modificare il vecchio sito così che fu preferita l'area libera situata tra il castello dei Pio dove stava il Vecchio Teatro e Palazzo Sacchetti, sede del Municipio.
Nel marzo 1857 si diede avvio ai lavori che terminarono quattro anni dopo con l'inaugurazione dell'11 agosto 1861. Un pronao aggettante su gradini di pietra, poggiato su quattro colonne doriche e coronato da un ampio timpano, caratterizza fortemente la facciata del nuovo teatro. Sopra di esso, in corrispondenza della cavea, più arretrato, si alza un 'sottofrontone' con un finestrone semicircolare decorato in rilievo dalla figura allegorica della Musica e dell'Arte Drammatica. Nel 1860 divenuti insostenibili i costi di realizzazione, la Società cedette i diritti all'Amministrazione Comunale che ne acquisì la proprietà. anche se l'impegno della Società palchettisti fu ugualmente ricordato nella facciata dove si legge "Societas erexit MDCCCLVIII." Un giardino nel retro del teatro e una teoria di busti con personaggi importanti della città delimita lo spazio teatrale e ne esalta il ruolo nello spazio cittadino. Dall'atrio interno decorato con stucchi dorati, di forma ellittica si accede ai servizi di biglietteria, guardaroba e bar e alla sala dello spettacolo. La pianta della platea è a ferro di cavallo con 22 palchi al primo ordine, 22 al secondo e 24 al terzo (un tempo dotati di retropalco), un palco reale e un loggione. La platea, con pavimento in legno recentemente rinnovato, contiene circa 500 persone. La società dei Palchettisti fu ricordata anche nelle decorazioni di Ferdinando Manzini che ritrasse le fattezze dei Soci nei medaglioni dei parapetti dei palchi.
Di Giuseppe Ugolini, che decorò il soffitto della platea con le figure della Musica, Poesia, Prosa e Danza, si conserva anche un progetto decorativo con nove Muse simile alla decorazione da lui eseguita per il secondo Atrio del Municipale di Reggio. Anche il sipario decorato da Ugolini con le orfeo che incita la Natura. Purtroppo la struttura portante del palcoscenico, di notevoli dimensioni, corredato da arcoscenio e orologio, è stata rifatta in cemento. Numerose sono le sale di servizio tra le quali una sala per gli scenografi e diciassette camerini per gli attori. Albano Lugli decorò le sovrapporte del foyer situato sopra l'atrio di ingresso, con copie tratte dalle figure femminili di Correggio. In una saletta attigua con camino si riuniva la 'Società del Casino' che organizzava mostre, conferenze, incontri culturali.
Un primo restauro fu eseguito nel 1939 e nel 1978-1981 il Comune curò un importante progetto di ristrutturazione e consolidamento.
(Caterina Spada)