Teatro comunale di Fontanellato
Travocial,
2016-03-01 08:32:02
2016-03-01 08:32:02
L'attuale teatro comunale, costruito a metà dell'Ottocento è solo l'ultimo esempio di una serie di almeno tre edifici teatrali costruiti a Fontanellato fin dall'ultimo quarto del Seicento. Il più antico che si ricordi fu fatto erigere ad uso privato da Alessandro III conte di Sanvitale di fronte alla Rocca nell'anno 1678. Come si racconta nelle lettere dell'Accademico Carlo Giuseppe Fontana, Alessandro III fu lui stesso progettista, direttore dei lavori e inventore delle macchine da scena. Il teatro, con pianta a ferro di cavallo molto allungata, aveva tre ordini con undici palchi e un palco reale sia nel primo che nel secondo ordine; mentre il terzo ordine era a loggioni. Si racconta che la platea era capace di 1200 posti; tale cifra sembra poco realistica ma si deve tenere conto che un tempo gli spazi teatrali erano gremiti di spettatori che prendevano posto ovunque. Il teatro era fornito di un ampio palcoscenico che quasi eguagliava in lunghezza la platea e di uno spazio per l'orchestra sotto il proscenio.
Dietro le quinte, due stanze e nove camerini con scale di servizio indipendenti assicuravano ogni comodità agli attori. Fu chiamato a decorare il teatro e tutto il corredo delle scene il giovane pittore Felice Boselli di Piacenza (1650-1731). Gli stemmi della famiglia Sanvitale capeggiavano i parapetti del terzo ordine e del proscenio che era contornato anche con motti e ritratti dei più celebri autori. Episodi tratti dalle favole di Ovidio decoravano a chiaroscuro i palchi reali e la musa dell'Architettura e della Fama troneggiavano sul soffitto. La facciata era decorata con un portico a pilastri in cotto ottagonali. "Il teatro fu fatto demolire verso la fine del Settecento da Jacopo Sanvitale, insigne botanico, per far posto alle serre neoclassiche tuttora esistenti e incorporate nella proprietà Gandini"(..) Dell'antico teatro oggi rimangono solo alcuni frammenti pittorici conservati nel museo della Rocca. Del teatro sorto nel Settecento si conosce per ora che fu distrutto da un incendio (testimonianza orale) e che l'attuale teatro fu voluto dalla cittadinanza per sostituire la grave perdita.
Un carteggio che ancora oggi si conserva, testimonia che nel breve giro di due anni, dal 1855 al 1857, il comune di Fontanellato si accordò con il conte Luigi Sanvitale affinché fosse donato alla cittadinanza un appezzamento di terreno per poter edificare un nuovo teatro. Di contro il conte avrebbe scelto a suo piacimento un palco di proprietà perpetua della famiglia Sanvitale. Il progetto fu disegnato dall'architetto Pier Luigi Montecchini in grande economia: sulla platea a pianta rettangolare si affacciano due ordini di loggioni che ospitano solo tre palchi centrali "riservati uno alle autorità comunali, uno alle famiglie Sanvitale e il terzo da assegnarsi liberamente." (ma rispetto al progetto originale nella realizzazione furono aggiunti tre palchi centrali anche nel secondo ordine). Dato che il soffitto era molto basso in un primo tempo si pensò di illuminare il teatro con lucerne poste sui parapetti per non togliere la visuale agli spettatori, ma in seguito si ha notizia che fosse stato montato un 'astrolampo' con otto lumi a petrolio.
Nel 1859 il progetto fu bloccato dalla Deputazione provinciale che non lo riteneva opportuno dato che "l'aprimento di un teatro in una piccola borgata non è necessario né per alcuni rispetti, né manco utile" (...p.) Quattro anni più tardi arrivò l'approvazione e nel 1864 si diede inizio ai lavori che proseguirono sotto la direzione dell'architetto Pancrazio Soncini di Parma che porterà a termine la costruzione nel 1866.
La facciata del teatro conta tre entrate e tre aperture di cui quella centrale sormontata da un timpano. Lo stemma della città che probabilmente campeggiava sulla scritta "Teatro comunale," tuttora esistente, è andato perduto. Dall'atrio rettangolare si accede alla biglietteria, alla platea e ai loggioni. Al primo piano esiste una caffetteria con mobili originali.
I loggioni appoggiano sul pavimento della platea con dieci colonnine con capitelli in cotto.
Delle decorazioni di Angelo Biolchini rimane solo il fregio che corre lungo le balaustre mentre la decorazione del soffitto fu coperta verso la fine degli anni trenta. L'arcoscenico e l'orologio raffigurati nel progetto originale sono scomparsi, mentre il sipario, decorato a finto tendone, sebbene in gravi condizioni di conservazione, si conserva ancora arrotolato sulla graticciata. Il palcoscenico è provvisto di retropalco e sottopalco.
Esiste un progetto di ristrutturazione del 1949 in cui il teatro sarebbe stato trasformato in cinematografo se non fosse intervenuto tempestivamente il sindaco. Nel 1965 sono state ripristinate alcune rifiniture degli interni.
(Caterina Spada)